Ada Rovatti: Green Factor

Tre delle quali - "The Kerry Dance," "Wild Colonial Boy" e un'intensa "Oh Danny Boy" - sono dei traditional irlandesi riletti con buona intuizione, dove trovano spazio i suoni caratteristici della cornamusa e del flauto di Ivan Goff e soprattutto del caratteristico violino di Christian Howes, che si vanno a innervare in un arrangiamento di tipica matrice jazzistica, hard-bop per intenderci. Il resto del programma prevede brani firmati dalla Rovatti, la quale mostra un timbro deciso e corposo, che s'intreccia con le doti tecniche di Adam Rogers e la consueta pregevolezza degli interventi di Randy Brecker - in tal senso ci sentiamo di mettere un asterisco al solo contenuto nel brano d'apertura - , rilasciando in maniera costante un suono corale e multiforme.

L'album scorre via su andamenti ritmicamente sostenuti, con qualche spiraglio funky, dove giocano un ruolo decisivo il basso elettrico suonato da Janek Gwizala e il Fender Rhodes chiamato in causa a più riprese da George Colligan, e una serie di input stilistici molto ben amalgamati in un insieme di buona originalità.

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