Eri Yamamoto, Choral Chameleon: Goshu Ondo Suite

La pianista e compositrice Eri Yamamoto, quarantotto anni all'epoca dell'incisione in oggetto (novembre 2018), equamente divisi fra il nativo Giappone (Osaka) e l'adottiva New York, persegue in questo ambizioso lavoro un'ideale compenetrazione fra universo jazzistico, classico e popolare. Non si tratta di un'operazione particolarmente nuova (in più di un frangente il tono ricorda per esempio lo storico It's Time di Max Roach, anno di grazia 1962), ma ciò che conta sono sempre i risultati, che nello specifico sono senz'altro apprezzabili.

Notevole il dispiegamento di forze, visto che al trio della pianista si aggiunge un coro di ben quarantasette elementi (con quattro solisti), e degni di sicuro plauso, come detto, gli esiti formali. L'integrazione fra i due elementi posti a interagire fra loro è solida e credibile, ferme restando le rispettive specificità, che conservano la propria identità sia quando operano separati (ma ci sono anche dei segmenti per piano solo, per esempio nel terzo dei sette movimenti che compongono la suite del titolo) che nella parte preponderante dell'opera, a ranghi compatti. E sono se vogliamo proprio i momenti in cui uno dei due elementi irrompe sul lavoro dell'altro a generare l'effetto di maggior impatto, epico-solenne (a volte persino con una lieve enfasi cerimoniale), con quel quid di ritualistico e aromatico che dà un sapore particolare, molto definito, al tutto.

Completano il CD i sei minuti scarsi di "Echo of Echo," col solo trio in un arioso crescendo che suggella ottimamente un album di sicuro interesse.

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