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Paul Jarret: Ghost Songs
ByNonostante provengano da background differenti, sono molti i punti di contatto fra i due, il più rilevante dei quali è sicuramente l'attaccamento alla scena rock indipendente degli anni '90 e alla considerazione dell'elemento improvvisativo come fondante nell'atto del comporre musica.
Ghost Songs nasce proprio da queste basi, ovvero dal tentativo di fondere il jazz e l'improvvisazione con sonorità derivate dall'alt-folk indipendente, senza mai rinunciare alle possibilità offerte dalla musica digitale ed elettronica in termini di sperimentazione. Ad affiancare Jarret e Black, ci sono infatti Jozef Dumoulin, già partner di Jarret nella terza opera dei PJ5 I Told The Little Bird, che suona il Fender Rhodes e gli effetti digitali/elettronici, e Julien Pontvianne, che al sassofono tenore mette spesso ordine nei brani distendendo i tempi forse a volte troppo frenetici, e che ha anche il merito di regalarci, in "Ghost Song #2," uno dei temi al sax più intensi di quest'anno. Un quartetto coerente e ben calibrato, che ci auguriamo di poter presto vedere sul palco a esibirsi dal vivo.
La definizione di canzoni-fantasma attribuita a queste undici tracce sembra particolarmente appropriata: canzoni, perché tutte partono da una struttura melodica ben definita, soprattutto grazie all'apporto espressivo della chitarra di Jarret, raggiante con quel sound folk, ma al contempo istrionica nel riuscire a ottenebrarsi, passando di scatto dalla chiarezza all'oscurità; fantasma, in quanto ogni brano convive costantemente con la propria dissoluzione, con la dilatazione, con il dematerializzarsi fino a lasciarsi dietro nient'altro che un'eco. Basti ascoltare a riguardo il brano d'apertura "Ghost Song #4," che inizia con un crescendo tutto chitarra e batteria che non può non far pensare a una canzone dei Radiohead, e poi rallenta spasmodicamente in un arpeggio sospeso da quei rumorismi percussivi di cui Black è maestro.
Emblematica delle potenzialità di questo quartetto in termini di alternanza fra quiete e climax è invece "Ghost Song #5," che comincia con un tappeto di suoni digitali da cui emerge un tema di chitarra luminoso che si avvolge su sé stesso senza mai dischiudersi, accerchiato dall'incedere minimalista della batteria di Black, fino a quando, nel minuto finale, il tema si libera e si dispiega in tutta la sua eloquenza melodica.
La chitarra di Jarret e la batteria di Black parlano due lingue diverse ma complementari, rispettivamente quella del riempimento e della scarnificazione, dando vita a una diglossia che dona il piacere della tensione fra elementi oppositivi. Meno convincenti sono forse i momenti in cui il desiderio di ricerca sperimentale del quartetto prende il sopravvento ("Specter #2" e "Specter #1" in particolare) facendo ristagnare il paesaggio sonoro nell'algidità di vacui rumorismi. C'è da augurarsi che Ghost Songs sia solo una prima tappa di un percorso, e che gli interpreti in gioco realizzino quanto il melodismo sia la vera anima di questo progetto.
Album della settimana.
Track Listing
Ghost Song #4; Ghost Song #3; Ghost Song #5; Specter #2; Ghost Song #7; Ghost Song #2; Specter #1; Ghost Song #6; Ghost Song #8; Ghost Song #1; Specter #3.
Personnel
Album information
Title: Ghost Songs | Year Released: 2021 | Record Label: Neuklang Records
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