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Dopolarians: Garden Party

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Dopolarians: Garden Party
Non si potrebbe trovare un titolo più calzante di questo Garden Party, per un disco che in tutta la propria estensione si dipana come un incontro piacevole tra vecchi amici, avvezzi a dialogare in tutta rilassatezza, perché conoscono bene il reciproco carattere, sanno dove il discorso andrà a parare e lo gestiscono in modo leggero. Ma l'incontro non si adagia sul già previsto: non mancano infatti le arguzie inattese, i reciproci stimoli di chi mette in campo tutta la propria esperienza. Che non è certo poca cosa.

Il batterista Alvin Fielder ad esempio, fu tra i primi membri della AACM di Chicago, fin dalla sua fondazione nel 1965. L'anno successivo lo troviamo coinvolto nella prima registrazione di Roscoe Mitchell, Sound. Ma già in precedenza, nel periodo tra il 1959 e il '60, lo incontriamo sulla scena di Chicago, nell'orchestra di Sun Ra. Successivamente sarà intensa la sua collaborazione con il sassofonista Fred Anderson e dagli anni Settanta inizierà il suo sodalizio con l'altro veterano Kidd Jordan, realizzato in particolare nella band Improvisational Arts, che con differenti musicisti svilupperà la propria vicenda lungo tre decadi.

Purtroppo, Garden Party rappresenta l'ultimo documento registrato da Fielder, che circa sei mesi dopo, il 5 gennaio 2019, si spense all'età di ottantatré anni, a seguito di problemi cardiorespiratori. Al di là della lunga frequentazione e amicizia di Fielder e Jordan, questo lavoro si basa su una serie di collaborazioni intrecciate nel tempo: il pianista Christopher Parker, la vocalist Kelley Hurt e il sassofonista contralto Chad Fowler si erano frequentati assiduamente in passato e lo stesso pianista aveva lavorato spesso sia con Fielder che con Jordan.

Unico elemento della formazione non originario degli Stati del Sud è il newyorchese William Parker, la cui affinità di percorso con gli altri è in ogni caso evidente, alimentata in particolare dalle collaborazioni con Jordan, tra le quali ricordiamo il formidabile quintetto di The All-Star Game, con Marshall Allen al sax alto e Alan Silva che raddoppia il contrabbasso di Parker, documentato dalla storica registrazione dal vivo a Boston nel 2000 per l'etichetta Eremite. Da ricordare pure la collaborazione di Parker e Jordan in altre occasioni eccellenti: l'orchestra del contrabbassista che nel 2012 registrò dal vivo a Milano Essence of Ellington; il quartetto insieme a Dave Burrell e Hamid Drake, il trio con Andrew Cyrille.

Veterani e aria del Sud, si diceva: l'abbondanza di sfumature timbriche e di colori accesi, la scioltezza con cui tutto si dipana e si intreccia. Gli stessi protagonisti, parlando della registrazione effettuata a New Orleans, svelano il meccanismo da cui scaturiscono alcuni brani, tra cui l'iniziale "C Melody": "Una persona inizia a suonare e il resto della band suona il pezzo come se lo conoscesse già." "Dopolaria," che dà il nome delizioso al gruppo, Dopolarians, nasce dalla saldatura dell'espressione "dopo l'aria": il brano prende ispirazione da un'aria di Puccini e dipana un'ampia e sinuosa melodia con una prova tesa, poderosa del contralto di Fowler, autore del pezzo, cui segue una altrettanto intensa improvvisazione del pianoforte. Il serrato impasto con voce, batteria e contrabbasso dà un alto esempio, tra i tanti, della forza empatica tra i musicisti.

Pure "Father Dies; Son Dies" e "Guilty Happy" nascono dalla penna di Fowler: il primo drammatico, pulsante, incalzante, dà modo di ascoltare uno dei soli più ispirati di Jordan e l'intreccio prodigioso con il contrabbasso; il secondo si immerge nella fantasmagoria dei colori caraibici e gioca spavaldo con il calypso, con gli slittamenti di tonalità, con i contorni decisi e caricaturali. In poche parole, con la giocosità di quell'anima in cui la musica nera si incontra con il mondo latino. E anche qui Jordan troneggia con grazia e libertà felina.

Dobbiamo ancora sottolineare il contributo di Kelley Hurt: basti ascoltare la parte finale del brano sopracitato, dove la sua voce si mescola con infinita sapienza a quella del sax tenore, per avere un saggio della sua versatile, discreta ma autorevole condotta. Suo è "Garden Party," song dalla melodia densa ed estroversa, introdotto da un recitativo molto espressivo e innervato dal saxello scattante di Fowler. "Improptu," di Chris Parker, si innesta bene nell'esuberanza del brano che lo precede, "Guilty Happy," trasfigurando una sorta di disegno bop e concludendo, con uno squisito assolo di Fielder, un lavoro che rende omaggio alla gioia di Ornette, alla drammaticità di Ayler, alla spiritualità di Coltrane. Ma pure all'autenticità degli stessi protagonisti di questa vivace festa in giardino.

Album della settimana.

Track Listing

C Melody; Dopolaria; Father Dies, Son Dies; Garden Party; Guilty Happy; Improptu.

Personnel

Additional Instrumentation

Chad Fowler: saxello

Album information

Title: Garden Party | Year Released: 2019 | Record Label: Mahakala Music


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Spring 2020

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