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Giovanni Allevi: Evolution

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Giovanni Allevi: Evolution
A scanso di ogni equivoco: non rientro in quella schiera di persone che scambiano l'inaccessibilità o noiosità di una musica con qualità, o che ritengono che il successo di pubblico debba per forza essere sinonimo di compromesso sul piano qualitativo. Ritengo anzi che il successo di pubblico non sia mai frutto del caso, e nemmeno univocamente dipendente dagli sforzi promozionali delle case discografiche. Ovviamente entrambi questi fattori svolgono un ruolo importante nel determinare i volumi di vendita di un album. Ma è indubbio che da soli non bastano. Semplicemente, credo ci siano artisti che meglio di altri conoscono, in modo più o meno consapevole, i meccanismi che regolano il successo. Che sanno scrivere una melodia che funziona. Che hanno il dono di inventare musiche che "entrano in testa" al primo ascolto.

Giovanni Allevi, fenomeno discografico degli ultimi tempi, rientra senz'altro in questa categoria di musicisti. Potremmo anche fermarci qui, ed applaudire al successo di un musicista per molti versi anti-divo, assai poco mediatico e mediabile (ammesso che esista questa parola) e che, per quello che possiamo giudicare dalle interviste, ci sembra anche persona gentile e modesta.

Tuttavia intorno a questo successo discografico è stata costruita, a posteriori ed a fini puramente commercial-utilitaristici, un'immagine di Allevi a dire poco eccessiva. Sono stati scomodati paragoni importanti (ed assolutamente fuori luogo), si parla di lui come di un grande genio della musica. Mi sento dunque in obbligo di dire la mia. Penso sia evidente a chiunque ha un minimo di cognizione musicale che Allevi non è un genio. Così come non è nemmeno un alfiere della banalità paracula, una sorta di novello Richard Claydermann o Stephen Schlaks, come lo vogliono dipingere i suoi detrattori.

A mio avviso Allevi è, molto più semplicemente, un onesto pianista che suona abbastanza bene, che sa scrivere melodie accessibili e di immediata fruibilità. E tanto è bastato ad assicurargli il successo. La sua musica è però troppo semplice (semplicistica?) per lasciare il segno. Allevi è, come si suol dire, uno "che ha studiato", ma cui manca la felice intuizione, il guizzo illuminante. Resta il compitino, svolto in modo prevedibile. Una prevedibilità che si manifesta in tutta la sua evidenza nelle orchestrazioni, elementari e a tratti imbarazzanti. Va un po' meglio quando protagonista è il pianoforte. Qui si delinea chiaramente il debito di Allevi nei confronti del Keith Jarrett del Köln Concert (la traccia "Come Sei Veramente"), di cui il nostro è epigono di assai minor talento e con qualche decennio di ritardo.

Ascoltando l'album, non si può dunque fare a meno di pensare ad Hermann Broch, ed alla sua definizione di kitsch: il bisogno di guardarsi allo specchio dell'inganno che abbellisce e di riconoscervisi con commossa soddisfazione.

Track Listing

01. Foglie Di Beslan; 02. Whisper; Keep Moving; 03. A Perfect Day; 04. Come Sei Veramente; 05. Angelo Ribelle; 06. Corale; 07. Prendimi; 08. 300 Anelli (Ia Parte); 09. 300 Anelli (IIa Parte).

Personnel

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Giovanni Allevi (pianoforte e direzione); Orchestra Sinfonica "I Virtuosi Italiani".

Album information

Title: Evolution | Year Released: 2008 | Record Label: Ricordi


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