Enrico Pieranunzi - Marc Johnson - Joey Baron: Dream Dance

Tecnica sopraffina arcinota e solido interplay di gruppo riscattano un percorso abbastanza convenzionale, che - adottando la terminologia braxtoniana - rendono oggi Pieranunzi più uno stilista che un innovatore animato dal furore della musa musicale.

Un disco ed un proposta che strizzano l'occhio al grande pubblico, per via di un melange di ingredienti familiari. Reminiscenze evansiane di grande effetto; tracce di curve zigzaganti alla Paul Bley; interplay e condotta strumentale di ascendenza jarrettiana. Il tutto condito con il "sole mio" della contabilità mediterranea per addolcire un piatto ben cucinato, ma dal gusto risaputo.

Pur d'alto livello, è una musica omologata secondo i criteri imperanti del piano trio jazzistico di oggi, dove l'originalità non è di casa. Dream Dance è disco piacevole come cento altri simili di questo inizio 2009 e che a differenza di quanto scritto nelle note di copertina, non rappresenta certo "un esempio audace e unico della forma artistica del piano trio del nuovo millennio". Meglio sarebbe per Pieranunzi una pausa di riflessione circa gli sviluppi attuali della propria musica.

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