Matthias Schubert / Simon Nabatov Duo: Descriptions

Si conoscevano e frequentavano da quasi trent'anni ma, sino a oggi, nonostante i tanti concerti, non avevano mai avuto la possibilità di incrociare i propri strumenti registrando anche un disco insieme. Per fortuna loro e nostra il signor "risolvo i problemi" Leo Feigin, strabiliante mente operativa e produttiva di una buona metà della musica di ricerca del pianeta da mezzo secolo a questa parte, ci metta la pezza e pubblica questo Descriptions che traduce in pensiero digitale la particolare energia e la forza espressiva di Simon Nabatov e Matthias Schubert.

Registrato al Loft di Colonia, vero tempio della musica dal vivo dedicata all'improvvisazione e alla "presentazione delle nuove idee sonore," il disco è davvero "descrittivo" nella più ampia accezione del termine.

Discordanti e frastagliate, le dieci composizioni del lavoro riempiono un'ora abbondante di musica sensibile e attenta al recupero delle ben conosciute capacità del pianista moscovita e del sassofonista di Kassel. Anarchia e geometria, umore e rumore, ordine calcolato e confusione disarticolata sono da sempre la cifra di entrambi i protagonisti di quest'avventura in grado di sviscerare in completezza formale il tema dato al disco attraversando schemi formali ed esondando anche nei territori del micro-tonale.

Un disco vivido, serio, impressionista, difficile. Colpiscono le costruzioni del tema, i motivi discordanti, le sequenze circolari ad esempio di brani quali "Obliqueness" (una perfetta esemplicazione omen nomen messa in scaletta dopo una torrenziale "Expansion" che forse rappresenta il summit del disco) o, ancora, i riff capaci di generare sterminate praterie improvvisative. La "descrizione" essenziale parla proprio del come esemplificare molte scelte di metodologia improvvisativa. In breve, è come se il duo cercasse di tradurre in immagine il percorso psicologico che sta alla base del loro concepire libere improvvisazioni utilizzando precise tecniche compositive di chiara scuola europea.

Introspezione ed eccellenza di due veri maestri. Alla fine un disco che non avrebbe senso "classificare" ma che, almeno il sottoscritto, prenderebbe volentieri ad esempio per la didattica moderna.

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