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Charlie Parker Quintets: Be Bop Live

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Charlie Parker Quintets: Be Bop Live
Benvenuti a uno dei convegni di bellezza più eccitanti che il jazz abbia mai prodotto. Royal Roost, New York City, dicembre 1948-febbraio 1949, due mesi in cui Charlie "Bird" Parker teneva il cartellone nel club della Quarantasettesima, sconvolgendo il pubblico con alcune tra le sue esibizioni più brillanti. Il bop era già linguaggio assimilato ormai, ma l'eccezionalità di quelle serate confermava Parker come punta di diamante di tutta la cultura africana-americana, al di là delle correnti jazzistiche.

Questo doppio CD della "ezz-thetics," sotto-etichetta della Hat Hut dedicata esclusivamente a registrazioni dal vivo, seleziona tracce già edite in diversi momenti: gran parte del materiale proviene dai tesori Savoy, tre brani sono dal famoso concerto alla Town Hall del 1945 (con Dizzy Gillespie e Curley Russell), altri da un'altra serata alla Carnegie Hall della fine del 1949 (con Red Rodney e Roy Haynes).

Comun denominatore: la formazione è sempre quella del quintetto, quella classica per Charlie Parker.

Diciamo subito che non c'è un gran miglioramento della qualità del suono rispetto alle edizioni del passato, se non una maggior presenza del contrabbasso e forse della batteria.

Dice Art Lange nelle note che questo è Parker nel suo momento più audace e profetico. Non si fa fatica ad essere d'accordo, se pensiamo alla scioltezza esecutiva e all'energia sprigionata da questi improvvisatori, dopo aver sedimentato nel biennio precedente tutte le perle registrate in studio per la Dial.

Al Royal Roost il repertorio veniva rilanciato con quella marcia in più che solo il contatto con il pubblico può garantire in questo tipo di performance. Molti (quasi tutti) gli interventi di Parker lasciano semplicemente attoniti, sono talmente perfetti da scoraggiare qualsiasi analisi critica. In quelle serate, malgrado i consueti eccessi vitalistici, l'impulso inconsciamente autodistruttivo o una leadership autoritaria (Miles Davis se ne va per questo alla fine del '48), nulla impediva a Parker di sintetizzare divinamente il lessico del bop, in una serie di assoli che rappresentano il vertice di quel linguaggio.

Sette pezzi sono eseguiti dal quintetto "classico" con Davis, Al Haig, Tommy Potter e Max Roach. Un gruppo amalgamato a meraviglia, con una ritmica perfetta fornita dall'elasticità di Potter e invece dalla frantumazione creativa prodotta costantemente da Roach. Miles era ormai maturato (22 anni..!!) e smentisce chi lo sminuiva tecnicamente : ascoltate la prima versione di "Salt Peanuts" e riflettete. Ma è la sonorità d'insieme a risplendere in tutti i pezzi, con sciabolate in assolo di Parker che impressionano specie in "Hot House" e "Out of Nowhere." C'è anche una "Chasin' the Bird" assai avanzata nella concezione compositiva, con il contrappunto tematico come elemento focale.

Non tutte le sere erano uguali, come si può immaginare, ad esempio il 5 febbraio del '49 l'unisono tra Parker e Kenny Dorham (che aveva rimpiazzato Davis) in "Scrapple from the Apple" è sfocato e falloso, ma ha poca importanza all'interno di un flusso di emozioni così intenso.

Emozioni che ci ricordano come il jazz d'avanguardia sia stato in quegli anni il propellente più creativo della cultura di opposizione in America.

Album della settimana.

Track Listing


CD 1:
Groovin' High; Big Foot; Ornithology; Hot House; Salt Peanuts; Chasin' the Bird; Out of Nowhere; Scrapple from the Apple; Be Bop; Hot House; Oop Bop Sh'bam; Scrapple from the Apple; Barbados; Salt Peanuts.
CD 2:
Scrapple from the Apple; Barbados; Be Bop; Groovin' High; Confirmation; Salt Peanuts; Ornithology; Cheryl; KoKo; Bird of Paradise; Now's the Time; Be Bop; A Night in Tunisia; Salt Peanuts.

Personnel

Charlie Parker
saxophone, alto
Don Byas
saxophone, tenor
Miles Davis
trumpet
Kenny Dorham
trumpet
Red Rodney
trumpet
Al Haig
piano
Tommy Potter
bass, acoustic
Curley Russell
bass, acoustic
Max Roach
drums

Album information

Title: Be Bop Live | Year Released: 2020 | Record Label: Ezz-thetics


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