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Joe Morris: Beautiful Existence
ByGiunto alla soglia dei cinquant’anni, il chitarrista (che recentemente ha registrato un album in trio assieme al pianista Steve Lantner e al batterista Laurence Cook dove sorprendentemente suona il basso acustico) si concede un album eccellente in compagnia dell’ottimo bassista Timo Shanko, del sax alto Jim Hobbs e del batterista Luther Gray. Un album che probabilmente segna una sorta di spartiacque con la sua produzione precedente e che lancia una interessante prospettiva per il futuro, segnata da una voglia evidente di voler toccare scenari meno scontati, meno rituali, pure rimanendo nell’ambito del jazz astratto, libero e creativo.
Intanto va segnalato il ritorno alla forma del quartetto con sax e chitarra elettrica a fronteggiarsi davanti al basso acustico e alla batteria. Una formula che mancava da parecchio tempo nelle registrazioni di Joe Morris. Con questo formato la deriva ornettiana della musica del chitarrista viene quindi assolutamente confermata e consolidata. Piuttosto nuovo risulta invece essere il tipo di approccio, che pare più rilassato del solito. Con questo non vogliamo dire che Joe Morris si è messo le pantofole, ma rispetto agli album precedenti che lo vedevano protagonista, troviamo qui una capacità di visione ancora più ampia che mette nel giusto profitto la maturità acquisita, senza mollare di un millimetro negli assunti rigorosi che da sempre caratterizzano l’approccio di questo chitarrista del Connecticut.
A conferma di tale, sottile, cambio di scenario, troviamo l’elegante e rilassata “Some Good” che mette in scena un approccio quasi modale che risulta vagamente ipnotico e persino un bel blues angolare come “King Cobra” che parte con uno splendido ostinato del bassista per poi dare il via a frasi che si incastrano alla perfezione nel disegno ritmico spezzettato. Il fraseggio di Morris rimane nervoso e quasi concitato, così come taglienti sono gli unisono con il sax alto di Hobbs e le uscite di quest’ultimo, sbrecciate nelle scelte timbriche crude, brulicanti di energia scoppiettante nelle frasi sparate verso l’esterno delle strutture che sostengono le composizioni di Morris ma anche capaci di soluzioni che si muovono in filigrana, trasparenti al fluire delle emozioni, quasi orientali nella loro suprema equidistanza.
Il bassista Timo Shanko è davvero superlativo e dà la sensazione di essere responsabile almeno quanto il leader dell’approccio in qualche modo innovativo rispetto al recente passato. Nei momenti che contano le sue linee sono dei piccoli capolavori di rotonda complessità che scivola via segnando il tempo senza irrigidirlo. I suoi sforzi sono ben coadiuvati dal batterista Luther Gray, sempre attento a tenere alta la tensione, a cavalcare i ritmi frastagliati per tracciare nello spazio una rete di sicurezza dove anche le frasi più improbabili trovano un punto di raccordo.
Le sei composizioni che troviamo in questo eccellente Beautiful Existence sono lunghe e appassionate, veicoli perfetti per ribadire una singolarità che si staglia con coraggio e determinazione nel panorama della chitarra jazz dei giorni nostri, con una capacità importante di raccontarsi nelle tensioni profonde che l’artista vive sempre in maniera più intensa e allo stesso tempo con la voglia di rappresentare una realtà dalle mille sfaccettature, colorate da tinte decise che spesso diventano crude e ustionati per poter meglio svolgere il compito che è loro affidato. Una musica senza trucchi, senza seconde opzioni, diretta al cuore del problema.
Track Listing
Smear Spring; Some Good; Knew Something; Real Reason; King Cobra; Beautiful Existence.
Personnel
Joe Morris
bass, acousticJoe Morris: guitar; Jim Hobbs: alto saxophone; Timo Shanko: bass; Luther Gray: drums.
Album information
Title: Beautiful Existence | Year Released: 2006 | Record Label: Clean Feed Records
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About Joe Morris
Instrument: Bass, acoustic
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