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A Spirale: Agaspastik

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A Spirale: Agaspastik
Esistono musiche che riescono a rappresentare i rumori caotici di una giornata in città, il brusìo di uno spazio perduto, il fruscìo silenzioso dello stabilimento di una vecchia fabbrica dove l'intervento dell'uomo è relegato solo a ricordo della memoria.

Musica di strada insomma, anche se viene registrata in ambienti chiusi e che intenzionalmente ignora il vecchio e occidentale dualismo musica/rumore. In "Suriciorbu" non solo c'è il respiro profondo dei nostri spazi, ma appare anche il riappropriarsi concreto delle strade, delle piazze, delle stazioni. L'umanizzazione degli ambienti urbani. In mezzo a questi suoni, infatti, si può ascoltare anche il respiro dei musicisti, attraverso il quale è uditivamente comprensibile l'esistenza dell'uomo.

Appaiono anche altre tensioni all'interno di Agaspastik, trattenute e controllate, come in "Calco," dove i musicisti scrivono suoni e rumori direttamente sul foglio bianco del silenzio, cercando di creare un mantra solo apparentemente opprimente e scuro. In realtà, il sassofono e i suoni elettronici sono liberi di spostarsi e giocare con la loro propagazione aerea, la loro immateriale consistenza.

"Climbing Your Backbone" è invece un brano connotato da un'impressione matematica e - rispetto alla media degli altri qui contenuti - meno originale, con un incedere squadrato, che lascia spazio all'improvvisazione rumorista e al duo tra rumori dissonanti e sforzo free del sassofono.

Per noi stressati dalla vita cittadina, è con sollievo passare all'ascolto di "Kaluli," poiché lo spazio acustico, il paesaggio sonoro, ritornano finalmente in una dimensione solitaria e meditativa. Possiamo ascoltare qui il rumore degli oggetti e solo occasionalmente il suono di chitarra, batteria e soffio del sassofono. C'è un mistero, una storia segreta, che non va raccontata o almeno è possibile trattarne il racconto solo sottovoce, cercando di intendere chi sussurra principalmente dal movimento delle labbra.

Il disco, così come era iniziato con l'esplosione dissonante di "Black Crack," si chiude con la confusione sonora di "Tersicore," dove bordate di suono fanno capolino tra "picchi" di silenzio. E' proprio il silenzio dello spazio, ancora una volta, che ci fa trattenere il respiro.

"Nella cultura occidentale, molti termini sono definiti per contrasto rispetto ai loro opposti: la luce dal buio, il buono dal cattivo, il bello dal brutto, la musica dalla non musica, o dal rumore. Chi è alla ricerca di potere sociale sfrutta queste categorie vicendevolmente esclusive per legittimare determinate attività e stigmatizzarne altre. E' così che dissonanze di ogni genere sono state congedate col nome di fastidiosi rumori. E' così che la cultura bianca ha respinto il jazz, giudicandolo un'attività perversa prodotta dalla razza sbagliata nei luoghi più spregevoli". The New Soundscape - R.Murray Schafer

Track Listing

01. Black Crack; 02. Naja tripudians; 03. Suriciorbu; 04. Calco; 05. Climbing Your Backbone; 06. Kaluli; 07. Tersicore. Tutti i brani sono di Mario Gabola/Maurizio Argenziano/Massimo Spezzaferro.

Personnel

Mario Gabola (feedbacks, sassofono); Maurizio Argenziano (feedbacks, chitarra elettrica); Massimo Spezzaferro (batteria, piccoli oggetti).

Album information

Title: Agaspastik | Year Released: 2010 | Record Label: Hemba Records


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