Kiki Gyan: 24 Hours in a Disco 1978-82

Bambino prodigio con particolare talento per gli strumenti a tastiera, raggiunge poco più che adolescente [era nato nel 1956] la capitale Accra e entra subito a fare parte di band come gli Avangers e soprattutto i Pargadija, con cui va in Inghilterra in una tournée che alcuni compagni useranno per non fare più ritorno in patria.

Lui torna, ma quando gli Osibisa [celebre band afro-rock nata in Gran Bretagna alla fine degli anni Sessanta dalla fusione di musicisti africani e caraibici] arrivano in Ghana, gli viene proposto di unirsi al gruppo. Racimolati in Benin i soldi necessari per il viaggio, Kiki vola nuovamente a Londra e sostituisce il tastierista Robert Bailey a partire da un tour americano che si rivela presto un incubo, tra difficoltà varie, problemi di salute e una certa intolleranza da parte degli altri membri per il giovane nuovo arrivato.

Nel leggendario Festac nigeriano del 1977, Kiki suona sullo stesso palco di star mondiali come Marvin Gaye o Stevie Wonder [cui spesso è stato paragonato] e sposa poi la figlia di Fela Kuti, un matrimonio durato solo un paio d'anni.

Sempre più apprezzato come tastierista e al culmine del successo con gli Osibisa [con cui suona anche a Buckingham Palace di fronte alla Regina], Kiki ha però a un certo punto richieste economiche così esose [in parte secondo lui giustificate dal fatto che molte canzoni non gli erano state creditate] che il divorzio dal gruppo è inevitabile.

La successiva carriera solista in Nigeria è ancora all'insegna del successo, ma in un successivo trasferimento negli States lo stile di vita eccessivo di Gyan incrocia le cupe spirali della droga e ne viene totalmente risucchiato. Tornato in patria, non uscirà più dall'incubo della dipendenza - nonostante lo sforzo e l'aiuto di molti musicisti, tra cui Hugh Masekela - e morirà di overdose a soli 47 anni nel 2004, nel bagno di una chiesa.

Oltre la cronaca, la musica però.

Quella di questa raccolta copre il periodo tra il 1978 e il 1982, con sette tracce a nome proprio o dei suoi progetti KG Band e The Twins. Sette gioiellini disco-funk già ampiamente globali, ma sempre con un'attenzione "africana" ai dettagli ritmici che rendono il disco tutto da ballare, abbandonandosi alla gioia e [ripensando alla vita di Kiki] con un pizzico di malinconia.

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