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Aa.Vv.: 13 Miniatures for Albert Ayler

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Aa.Vv.: 13 Miniatures for Albert Ayler
Albert Ayler è stato un protagonista fondamentale e unico della creatività degli anni Sessanta, un punto di riferimento imprescindibile dal quale hanno preso il via molte esperienze dei decenni successivi. Ricordarsi di Ayler oggi è dunque importante, tributargli un omaggio tanto doveroso quanto problematico.

La serie di jazzisti convocati alla Fondation Cartier di Parigi il 2 dicembre 2010 (quindi nel quarantesimo anniversario della tragica morte del maestro), nonostante la sua eterogeneità per l'età e la nazionalità dei componenti, si presenta senza dubbio come una delle meglio assortite per aderenza allo spirito ayleriano. I musicisti si sono alternati e aggregati in varie piccole formazioni ed hanno intrapreso libere improvvisazioni, che portano per titolo i nomi degli stessi esecutori, evitando fantasiose titolazioni a posteriori. Purtroppo la qualità della registrazione non è delle migliori: alcuni gruppi risultano sovraesposti ed altri appiattiti in lontananza, costringendo ad una continua messa a punto del livello dell'audio.

Il percorso musicale si dimostra in definitiva omogeneo per motivazione e approccio stilistico dei vari improvvisatori, articolandosi in episodi più o meno ben stagliati; è il caso di segnalare alcuni di essi. Dopo "Jacqueline Caux," in cui la protagonista legge un testo di Daniel Caux, un po' troppo didattico sulla figura di Ayler e la sua presenza alla Fondation Maeght poco prima di morire, nel secondo brano i cinque sassofonisti, quasi rispettosi l'uno dell'altro, intrecciano un colloquio ponderato, elegante e minuto, privilegiando il registro del soprano.

La settima traccia è probabilmente la più ayleriana nella forma e nello spirito, con il lirico eloquio di McPhee affiancato dal poderoso contrabbasso di Avenel e dal drumming di Goubert più frastagliato e appartato in sottofondo. Notevole anche il trio riunito nella traccia numero 10, in cui un altro basso poderoso e tellurico, quello della Leandre, getta le fondamenta su cui si erige il fraseggio pigolante del soprano di Leimgruber e quello più scarno del contralto di Tchicai, prima che quest'ultimo intoni un rustico canto sciamanico.

Il logico e toccante commiato del CD è affidato al tenore di Joe McPhee, che in solitudine dipana una struggente linea melodica, lenta e dolente, un canto funebre ripiegato su se stesso ma con esili impennate di orgoglio.

Track Listing

1. Jacqueline Caux. 2. Raphael Imbert, Urs Leimgruber, Joe McPhee, Evan Parker, John Tchicai. 3. Jean-Luc Cappozzo, Sylvain Kassap, Christian Rollet. 4. Steve Dalachinsky, Joëlle Léandre, Barre Phillips. 5. Ramón López. 6. Ramón López, Barre Phillips, Michel Portal. 7. Jean- Jacques Avenel, Simon Goubert, Joe McPhee. 8. Jean-Luc Capozzo, Joe McPhee. 9. Evan Parker. 10. Joëlle Léandre, Urs Leimgruber, John Tchicai. 11. Simon Goubert, Raphael Imbert, Sylvain Kassap, Didier Levallet. 12. Joëlle Léandre, Urs Leimgruber, Lucia Recio. 13. Joe McPhee.

Personnel

Steve Dalachinsky
poet / spoken word

Jean-Jacques Avenel (contrabbasso), Jacqueline Caux (voce), Jean-Luc Cappozzo (tromba, flicorno), Steve Dalachinsky (voce), Simon Goubert (batteria), Raphael Imbert (sassofoni), Sylvain Kassap (clarinetto), Joëlle Léandre (contrabbasso, voce), Urs Leimgruber (sax soprano), Didier Levallet (contrabbasso), Ramón López (batteria), Joe McPhee (sax tenore y flicorno), Evan Parker (sassofoni), Barre Phillips (contrabbasso), Michel Portal (clarinetto basso), Lucía Recio (voce), Christian Rollet (batteria), John Tchicai (sax alto).

Album information

Title: 13 Miniatures for Albert Ayler | Year Released: 2012 | Record Label: Rogue Art


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October 2012

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