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The Spanish Donkey: XYX

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The Spanish Donkey: XYX
A volte, non esiste nulla di più confortante del rumore. Il rumore come spazzatura della storia, si dice. Il rumore come memoria, appunto, oppure, l'Arte dei Rumori.

La confusione, il fracasso, rendono un'opera moderna viva, dentro alla quale è facilmente percepibile la consistenza emotiva dell'autore, del musicista, del suo imminente atto. L'improvvisazione - nel "pasticcio" cromatico di Jason Pollock e nell'improvvisazione del free-jazz - ha guidato l'espressione artistica in un moto di ribellione contro la Macchina, contro l'industria, contro il Dio omologato.

E' qui che anche il rock invece - ma solo in tempi recenti - si è accorto di essere (al contrario del free-jazz) rappresentazione dei metodi e delle strutture della Macchina. E' qui che il rock invece si libera della paura di uscire dalla metrica consolidata del 4/4, e diventa anche esso materia di espressione sonora libera. Del rock canonico restano gli strumenti, la chitarra prima di tutto, distorta e fracassona, la batteria, che con sempre maggiore frequenza diventa uno strumento suonato e registrato in una sua particolare stanza, dentro la quale sia effettivamente percepibile il suono delle braccia, dei muscoli, dei fusti e dei piatti.

Sono due i capitoli dentro a XYX, con gli strumenti che flussano un suono continuo in due lunghe composizioni che si perdono, e poi inaspettatamente vanno a ricomporsi. È uno studio sul suono degli strumenti, suonati senza paura di sfasciare l'impianto di una composizione sempre precaria, legata al filo di un errore che potrebbe sempre accadere. Tuttavia è presente una forte unità di intenti, un interplay che sa farsi strumento di dramma, rabbia, passione.

Ogni musicista sembra misteriosamente spingere il proprio compagno di fianco verso le note che vorrebbe e viceversa. Uno scambio continuo, di colpi, di forti scossoni sonori, di sintetizzatori incandescenti che stanno per esplodere.

È insomma il post-Jimi Hendrix e il ritorno ad una visione del musicista come sciamano del rumore, il musicista che si riprende il rumore. Il musicista che - come testimoniano bene le note allegate all'album - si trova ad usare questo rumore, a modellare il rumore, che è il rumore della vita moderna cercando di esorcizzarlo, scacciarlo, per farne qualcosa di consolante per l'ascoltatore. "Ascoltate questo disco lavando i piatti o guardando le notizie in Tv".

Due ultimi avvertimenti: fate caso alla traccia nascosta, direttamente scaricabile sul sito della label Northern Spy, dal titolo significativo di "Crater," e non prestate attenzione all'indicazione fuorviante di "file under: avant-metal jazz". Non significa assolutamente nulla.

Track Listing

01. Mid-Evil 02. XYX. Bonus track: Crater. Tutti i brani sono di The Spanish Donkey.

Personnel

Joe Morris
bass, acoustic

Joe Morris (chitarra); Jamie Saft (tastiere); Mike Pride (batteria, percussioni).

Album information

Title: XYX | Year Released: 2011 | Record Label: National Arts Center


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