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Harry Miller's Isipingo: Which Way Now

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Harry Miller's Isipingo: Which Way Now
Isipingo è stato certamente uno dei gruppi inglesi degli anni settanta meno documentato su disco. Un progetto molto interessante, certamente figlio dei gruppi misti che si crearono sin dalla metà degli anni sessanta a Londra con il coinvolgimento di musicisti locali e musicisti provenienti dal Sudafrica. L'esempio più noto è rappresentato dalla 'Brotherhood of Breath' di Chris McGregor, una delle big band più eccitanti di tutta la storia del jazz.

Il leader di Isipingo era Harry Miller, bassista sudafricano emigrato a Londra sin dai primi anni sessanta, ben prima dei musicisti che poi arrivarono con McGregor verso la metà di quella decade tumultuosa. Miller, con la moglie Hazel fondò successivamente l'etichetta Ogun, una delle più attente a questa area del jazz inglese impetuosa e coinvolgente, libera nelle sue capacità di associare elementi disparati e libera nelle forme espressive musicali e organizzative. Essere a capo di una etichetta discografica, seppure di piccole dimensioni e con budget molto vicini a zero, ed essere allo stesso tempo leader di un gruppo che risulterà abbondantemente sottorappresentato da un punto di vista discografico è una apparente contraddizione di termini. Ma evidentemente la grande generosità di Harry Miller si è manifestata anche in questo modo, dando cioè più occasioni di emergere a gruppi guidati da altri musicisti a discapito del proprio progetto.

In sostanza sino ad oggi la possibilità di ascoltare questo eccellente sestetto era limitata al raro long playing Family Affair pubblicato per l'appunto dalla Ogun nel 1977. Un album eccellente ma in qualche modo non perfettamente rappresentativo della formazione originale che aveva dato vita al progetto Isipingo: infatti nel gennaio del 1977, all’epoca della registrazione di Family Affair, Mongezi Feza, il bravissimo trombettista sudafricano molto vicino alla poetica di Don Cherry, era purtroppo già deceduto e il suo posto era stato preso da Marc Charig, ottimo trombettista inglese che però aveva decisamente uno stile diverso da Mongezi. E Malcom Griffiths aveva preso il posto di Nick Evans al trombone.

La Cuneiform offre quindi un importantissimo documento storico con questo Which Way Now registrato dal vivo a Brema nel novembre del 1975. A parte qualche piccolo drop out dovuto al deterioramento del nastro magnetico sul quale era stato registrato il master per conto di Radio Bremen, il suono è ottimo e soprattutto il trombone di Nick Evans è in grandissimo spolvero. Ma è davvero difficile fare una classifica di merito, perché i sei musicisti sono davvero in forma spettacolare e questo concerto dal vivo è una gemma che non poteva rimanere nascosta nei cassetti della celebre emittente tedesca.

I quattro brani qui presentati sono tutti firmati da Harry Miller, sono molto lunghi e sono perfettamente rappresentativi della feroce energia e della lucida capacità espressiva che il jazz inglese sapeva esprimere nella prima parte degli anni settanta. Il pianoforte di Keith Tippett è sempre perfettamente a fuoco, fantastico nel tenere assieme il gruppo con quelle sue peculiari escursioni nei registri estremi dello strumento, specie in quello alto. La batteria di Louis Moholo è un pungolo continuo per il solista di turno e per tutto il gruppo, perfettamente affiatata con il basso guizzante di Harry Miller, spesso impegnato in incursioni saettanti verso la parte più alta della sua tastiera, con quel contrabbasso enorme al quale lui sembrava sempre attaccato come l’edera. Il sax alto di Mike Osborne è liquido e generoso come sempre, meno lunare del solito, concreto e ficcante, ironico e pronto a snocciolare citazioni sovente beffarde. La tromba di Mongezi Feza è piena di sorprese, col suo fraseggio dove l’elemento ritmico è sempre ben presente e tende a spiazzare le attese con accenti che non ti aspetti.

Ma se proprio dobbiamo trovare ‘the player of the match’ non possiamo non assegnare questo riconoscimento a Nick Evans, trombonista inglese spesso schivo e disinteressato a restare sotto le luci della ribalta. Qui il suo trombone è debordante, immaginifico, pieno di drive. Lo si nota già protagonista negli ensemble, con il suo timbro ruvido sempre in bella evidenza. E ogni occasione solistica è presa con il giusto piglio e il giusto senso di prospettiva nei confronti della composizione e nel confronto del contributo dei compagni. Un vero leone scatenato.

Un brutto incidente stradale si è portato via Harry Miller nel 1983. Una perdita davvero dolorosa, sia dal punto di vista artistico che umano. La moglie Hazel è tuttora a capo della Ogun Records e riesce ogni tanto a dare segnali di residua vitalità. Con il prezioso contributo di Steve Feigenbaum e della sua Cuneiform questi segnali riemergono anche dal passato con questo bel concerto e non può non aumentare il rimpianto di non avere altre testimonianze del lavoro di Isipingo. Chissà, magari in qualche altro cassetto in giro per l’Europa...

Track Listing

01. Family Affair (Miller) - 19:03; 02. Children at Play (Miller) - 20:37; 03. Eli's Song (Miller) - 20:48; 04. Which Way Now Miller 14:42

Personnel

Nick Evans
trombone

Nick Evans (trombone); Mike Osborne (sax alto); Mongezi Feza (tromba); Keith Tippett (piano); Harry Miller (basso); Louis Moholo (batteria)

Album information

Title: Which Way Now | Year Released: 2006 | Record Label: Cuneiform Records

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