Vittorio Mezza Trio: Vittorio Mezza Trio

Il lavoro poi troppo tradizionale non è, vuoi perché Mezza non disdegna intromissioni atipiche come la traccia di apertura, che viene dal repertorio dei Nirvana, vuoi perché in tutti i brani - sei su nove originali della propria penna - il pianista sceglie di esplorare comunque la propria poetica e di mettere in luce le proprie specificità stilistiche, che spaziano da un uso spiccato di fraseggi velocissimi a frequenti riferimenti classici (Mezza è diplomato al S. Cecilia di Roma), ma includono anche interessanti sperimentazioni ritmiche (come quella sulla originale rilettura della monkiana "Skippy," forse la traccia più interessante assieme alla descrittiva "Afa").

I due partner ci mettono del loro, Moriconi svolgendo magistralmente il proprio ruolo ("Afa") e inserendo alcune elaborazioni del suono particolarmente efficaci; Fioravanti accompagnando in modo talora anche molto presente e producendosi in un paio di assolo di notevole spessore ("Dove l'amore riposa"). Oltre ai brani già citato, degni di menzione "Rachid," di Petrucciani ma eseguita a là Jarrett, e la sospesa "Like a race," ove è davvero splendido l'interplay dei tre.

Lavoro dai dettagli complessi e lontano dall'ovvio, questo CD mette soprattutto in vetrina l'intelligenza di un artista - Mezza - che segue un proprio percorso artistico forse non particolarmente ardito, ma certo caratterizzato da elementi di originalità. Gli esiti sono fin da adesso molto interessanti.

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