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Jabbo Ware - The Me We & Them Orchestra: Vignettes in the Spirit of Ellington

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Jabbo Ware - The Me We & Them Orchestra: Vignettes in the Spirit of Ellington
La prima domanda che si pone dopo l’ascolto di Vignettes in the Spirit of Ellington riguarda questo Jabbo Ware che riesce a mobilitare una big band con aggiunta di archi, percussioni e corni francesi e presenta un omaggio a Duke Ellington così forte, denso, logico e coinvolgente.

Dopo una breve ricerca si scopre che ha un curriculum di lungo corso e tutto rispetto: all’inizio sassofonista r&b, poi in collettivi d’avanguardia come il Black Artists Group of St Louis, ma senza perdere il rapporto con la corrente principale del jazz. In lui convivono John Coltrane, il sound di Hamiett Bluiett, gli studi con George Coleman e la tradizione classica della big band.

E’ un uomo che ha costruito il suo jazz dalle fondamenta della tradizione, sulle quali ha poi trovato una voce personale, espressa, sin dal 1973, tramite la The Me We & Them Orchestra. Una cifra di fusione di grande efficacia, ma forse poco allineata alle ideologie di pubblico e critica in quegli anni e di conseguenza mai portata in prima pagina.

Nelle note di copertina, brevi quanto incisive, Ware spiega lo scarso interesse giovanile per Ellington (a cui preferiva Count Basie, Coltrane e Sonny Rollins) e la successiva illuminazione dovuta al suo insegnante di musica. Presenziare a un concerto del Duca sconvolse la sua concezione musicale: “This is what I’m going to do and the kind of orchestra I want”.

L’affermazione trova riscontro nella musica proposta: Ware pensa sempre in termini di voci individuali dalle quali trarre il meglio per il fine comune, guarda alle grandi suite della maturità ellingtoniana e tiene costante il riferimento al blues, inteso come sonorità simbolo del jazz.

Nei dieci brani che qui ascoltiamo in un’incisiva versione live, Ware cita in modo diretto il Duca solo a brevi tratti, come in “Saint Louis Train” dove appare il riff di “Happy Go Lucky Local”. Nelle restanti composizioni segue lo spirito di Ellington, che nei due brani introduttivi è quello mistico del “Second Sacred Concert”, qui fuso alla spiritualità del Coltrane free. Le suite anni Sessanta, in particolare “The Far East Suite” e “La Scala Too Pretty To Be Blue”, ci appaiono il riferimento principale in termini di ispirazione come di orchestrazione.

Tutto ha uno spessore di assoluta contemporaneità, grazie ad armonie che devono molto agli sviluppi modali di Trane e a spazi solistici individuali quanto privi di autoindulgenza. Spiccano i trombettisti Eddie Allen e Cecil Bridgewater, il clarinetto di J.D. Parran, ma alla fine è il risultato collettivo a convincere e imprimersi nella memoria.

Track Listing

01. Intro #1 (In the Beginning) - 8:11; 02. Strange Land - 4:09; 03. And Here We Go Again - 4:14; 04. Interlude - (1:40); 05. Saint Louis Train - 4:27; 06. Give Me a Moment - 4:24; 07. In the Spirit of - 2:41; 08. Intro #2 (Free At Last) - 6:17; 09. The Ultimate Force - 3:19; 10. Don’t Forget Who I Am (Donald Smith; Jabbo Ware) - 24:46. Tutti i brani composti e arrangiati da Jabbo Ware, escluso N. 10

Personnel

J.D. Parran
woodwinds

J.D. Parran; Paavo Carey; Salim Washington; Patience Higgins (ance); Eddie Allen; Cecil Bridgewater; Chris Albert (tromba); Clifton Anderson; Richard Harper; Bill Lowe (trombone); Marshall Sealy; Mark Taylor (corno francese); Gwendolyn Laster; Carolos Baptiste; Crystal Garner; Malenie Dyer; Clarissa Howell; Nioka Workman (archi); Leon Dorsey; David Moore (contrabbasso); Hilton Ruiz (pianoforte); Warren Smith (batteria); Thurman Barker (percussioni); James Jabbo Ware (direzione).

Album information

Title: Vignettes in the Spirit of Ellington | Year Released: 2008 | Record Label: Y'All of New York, Inc.


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