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David Borgo: Ubuntu

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David Borgo: Ubuntu
E’ cresciuto David Borgo. Avevamo lasciato il giovane sassofonista e ricercatore del Maryland con un album un po’ anonimo, in bilico tra post-Bop e Fusion, sia pur d’autore (Massanetta Spring, edito dalla Circumvention Music nel 2003) e oggi lo ritroviamo alle prese con un vero e proprio “concept-album”, pieno di frutti gustosi e saporiti.

Al centro di questo nuovo lavoro c’è Abdullah Ibrahim e, di rimando, tutto il mondo musicale (e politico) espresso dal Sud Africa.

L’idea del disco è nata dopo aver soggiornato qualche settimana a Cape Town, Soweto e Johannesburg, avendo così modo di studiare da vicino la cultura (non solo musicale) della regione sud africana. Ubuntu muove dalla figura centrale di Abdullah Ibrahim del quale riprende temi ormai parte della letteratura jazzistica (“Tintinyana”, “The Wedding”, “Tsidi”) ma si sofferma anche su compositori come il contrabbassista Harry Miller, elemento di congiunzione tra gli improvvisatori europei e il movimento anti-Apartheid negli anni ‘70 (sua è la tesa e drammatica “Eli’s song”), e il sassofonista Winston Ngozi (vera e propria leggenda in patria), del quale si ascolta la convulsa “Dedication”.

Musicalmente, si diceva, il disco è pieno di frutti saporiti e si fa apprezzare per un approccio disinibito e mai scontato al materiale scelto, in bilico tra arditi fraseggi Hard-Bop e furenti abbandoni collettivi. A cominciare dall’immancabile (né poteva essere diversamente) inno dell’African National Congress, rivisitato in chiave Free, passando per il profumi etnici di “Msunduza” o la solennità di “The wedding” e “Gwidza”.

Bella prova d’insieme offre il gruppo allestito da Borgo. E se alcuni di loro hanno occasione di mettersi in luce con assoli ispirati (trainati dal leader al soprano) lascia un po’ a bocca asciutta la presenza di George Lewis, impiegato in funzione sembra quasi coloristica. Fortuna che in “Eli’s Song” ci regala un bel solo, convulso, acre e crudo. Di quelli che lasciano il segno.

Track Listing

1. Nkosi sikelel’ Africa (Enoch Sontonga) - 6:41; 2. Eli’s song (Harry Miller) - 4:13; 3. Tsidi (Abdullah Ibrahim) - 6:13; 4. Which Way (Abdullah Ibrahim) - 7:50; 5. Blues for a hip king (Abdullah Ibrahim) - 4:48; 6. Black lightning (Abdullah Ibrahim) - 4:54; 7. Msunduza (Abdullah Ibrahim) - 3:09; 8. Dedication (Winston Ngozi) - 8:09; 9. Gwidza (Abdullah Ibrahim) - 6:02; 10. Letter to South Africa (Curtis Clark) - 8:43; 11. Tintinyana (Abdullah Ibrahim) - 6:19; 12. The wedding (Abdullah Ibrahim) - 2:40

Personnel

David Borgo
saxophone

David Borgo (sax tenore, soprano, flauto); Tracy McMullen (sax tenore, soprano) nei tit. I-II-VI-IX; George Lewis (trombone) nei tit. I-II-IX; Anthony Davis (pianoforte) nei tit. II-V-VI-XII; Rick Helzer (pianoforte) nei tit. III-IV-VIII-X-XI; Scott Walton (contrabbasso) nei tit. I-II-V-VI-VII-IX-XII; Bob Magnusson (contrabbasso) nei tit. III-IV-VIII-X-XI; Nathan Hubbard (batteria) nei tit. I-II-VII-IX; Bob Weller (batteria) nei tit. III-IV-V-VI-VIII-X-XI-XII

Album information

Title: Ubuntu | Year Released: 2006 | Record Label: Cadence Jazz Records

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