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Mario Fragiacomo: Trieste, Ieri un Secolo Fa

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Mario Fragiacomo: Trieste, Ieri un Secolo Fa
Troppo spesso le case discografiche si mostrano riluttanti a ristampare dischi di jazz italiano degli anni ‘80, quando il 33 giri stava per cedere il passo all’ormai imperante formato digitale, facendosi inconsapevolmente (?) promotrici della cancellazione di un percorso creativo a volte di alto livello e alimentando il mercato di un collezionismo senza regole.

Ben venga dunque lo sforzo di Mario Fragiacomo per togliere dall’oblio questo disco dello storico catalogo Splasc(H) (il primo a nome del trombettista triestino) che nell’88 guadagnò i favori della critica, staccandosi nettamente dalla media della produzione del periodo. Il disco non solo presenta un artista maturo, dal pronunciato senso melodico e del fraseggio asimmetrico, ma ci dà la possibilità di riascoltare musicisti il cui valore è stato spesso dimenticato, come Roberto Della Grotta, che con il suo walking bass scuro e corposo marchia a fuoco tutto il lavoro.

L’album si può considerare anticipatore di quel filone che mette insieme jazz e tradizioni popolari dell'est Europa (oggi divenuto una moda nella quale - va detto - con l’ultima produzione, Balkan Project, è inciampato lo stesso Fragiacomo) ma è soprattutto un viaggio nella memoria dell'artista: la Trieste del dopoguerra vista attraverso i ricordi di un bambino; una città con i suoi contrasti, con le sue angoscie crescenti (il delirio patriottico dell’annessione all’Italia, il dramma dell’esodo, le foibe, la macchia indelebile della risiera di San Sabba) ma capace di esprimere un sensibiltà culturale senza paragoni.

Trieste, la città di Italo Svevo, di Umberto Saba, di James Joyce. Di Fulvio Tomizza, al cui volume di racconti si rifà il titolo del disco.

“Risentire il lavoro oggi, dopo tanto tempo - afferma Fragiacomo nelle note introduttive - non mi ha provocato un senso di tempo andato, di cose vecchie. Al contrario, ho ritrovato tanta freschezza, come se l'incisione fosse avvenuta oggi. Infatti, inconsapevolmente mi sono accorto che le mie scelte appassionate di allora e l'amore per la musica folkloristica, naturalmente rinvigorita da un solido e lucido linguaggio jazzistico, mi avevano fatto anticipare i tempi, le mode di oggi”.

Dunque, Mario Fragiacomo e Trieste. Un viaggio che parte con un delicato e onirico omaggio alla canzone in dialetto triestino e si conclude con l’angosciante tema di “Foibe”, passando per “Alte kameraden” una delle più classiche marce che si conoscano, dal piglio gioiosamente bandistico, e “Ricordo di Ettore Schmitz”, dall’incedere melodrammatico, con Della Grotta e lo stesso Fragiacomo semplicemente superlativi.

Tra colto e popolare, “Trieste” riesce ancora oggi ad emozionare e ad indicare la strada.

Diciotto anni dopo.

Personnel

Mario Fragiacomo
flugelhorn

Mario Fragiacomo (trumpet) with the MITTELEUROPA ENSEMBLE group coordinated by Mario Fragiacomo formed by: DIANE RAMA (soprano voice), ARRIGO CAPPELLETTI (piano), ROBERTO DELLA GROTTA (double bass), FRANCO FERUGLIO (double bass), LUCA BONVINI (trombone), ANGELO CONTINI (trombone), EMILIO SOANA (trumpet), MARIO FRAGIACOMO (trumpet), MARCO LASAGNA (tenor sax), ROBERTO MERONI (alto sax), CLAUDIO PASCOLI (soprano and tenor sax), MARCELLO NOIA (clarinet, tenor sax), RENATO RIVOLTA (flute), RICCARDO LUPI (flute), FIORENZO GUALANDRIS (bass tuba), MARCO VOLPE (drums), FILIPPO MONICO (percussion), BRUNO ASTESANA (symphonic plates)

Album information

Title: Trieste, ieri un secolo fa | Year Released: 2006 | Record Label: Splasc(H) Records - Special re-edition (from LP to CD)


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