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Kahil El'Zabar's Infinity Orchestra: Transmigration
ByA chi si stia domandando il motivo di una definizione alquanto insolita, ma anche a chi no se lo stia domandando, val la pena raccontare la genesi di questo particolare progetto discografico.
Da qualche anno a questa parte, esattamente dal 2000, il percussionista, membro storico dell’AACM di Chicago, trascorre un paio di mesi in Aquitania, la regione francese in cui si trova Bordeaux tanto per intenderci: sessanta giorni dedicati all’insegnamento, a vari workshop musicali e, ovviamente, a svariate esibizioni. Il concerto presentato in questo CD raccoglie, appunto, una di quelle serate francesi al National Theater of Bordeaux nell’aprile del 2005; un’intera session alla testa di una big band composta da giovani musicisti della regione.
Diciamolo subito, la qualità media della registrazione non è disprezzabile, la musica fila via senza intoppi, i soli si susseguono senza posa (e a volte con risultati apprezzabili, su questo non si discute) e i pezzi in scaletta sono di buon livello, anche perchè si tratta di vecchie composizioni del leader, alcune risalenti agli anni Settanta, riproposte e riarrangiate per l’occasione con discreta inventiva. Tuttavia, aleggia sul concerto una sorta di aria da “ultimo giorno di scuola” che lascia perplessi e insoddisfatti; si ha quasi l’impressione di trovarsi nel bel mezzo del saggio finale di una classe di volenterosi ed emozionati studentelli nel giorno del diploma. Un’impressione rafforzata dal fatto che i brani, armonicamente piuttosto semplici e ripetitivi, vengano dilatati a dismisura (“Speaking in Tongues” sfiora i 25 minuti!) per consentire ai numerosi membri dell’orchestra di ritagliarsi il proprio doveroso spazio in solitaria e mettersi in mostra davanti ai genitori seduti in terza fila.
A poco vale l’inserimento in formazione di due solisti del calibro di Joseph Bowie e Ernest Dawkins, fedeli spalle di El’Zabar da immemorabile tempo; i settanta minuti scivolano sulla pelle senza graffiare e pungere, con la consueta dose di funk, groove, soul e hip-hop che fa tanto black music. E se a un primo ascolto ci si può anche sollazzare, già dopo un paio di passaggi la musica perde irrimediabilmente appeal e rivela impietosamente il proprio carattere scolastico.
Track Listing
1. Soul to Groove - 5:19; 2. Speaking in Tongues - 24:42; 3. Transmigration - 7:44; 4. Nu Art Claiming Earth - 15:05; 5. Return of the Lost Tribe - 16:22. Tutte le composizioni sono di Kahil El’Zabar.
Personnel
Illyes Ferfera (sax alto); Grat Martinez (sax baritono); Arnaud Rouanet e Marc Closier (sax tenore); Karlis Vanags, Noris Kolmanis e Benoît Berthe (sassofoni); Fabien Deyts, Yann Grillon, Piero Pepin, Vincent Faugere e Dominique Darrouzet (tromba); Jean Dousteyssier (clarinetto); Christian Patzer (flauto); Jérémi Ortal, Guillame Ballin e Guillame Piquet (trombone); Clément Billardello e Xavier Corpice (chitarra); Stéphane Castanet e Nicolas Perrin (DJ); Olivier Soubles (pianoforte); Marriane Thiebaut, Boudji Abasse e Jonathan Verbaere (djembe); Yvain Chambard e Yacouba Silla (balafon); Pascale Martinez e Estelle Renauld (percussioni); Hervé Mignon (basso elettrico); Xavier Hayet (contrabbasso); Philippe Gaubert, Antonin Mallaret e Yoann Scheidt (batteria); Nathalie Gaucher, Taro Ochiai, Bindi Mahamat e Rémi Bernis (voce); Joseph Bowie (trombone); Ernest Dawkins (sax alto); Kahil El’Zabar (conduzione e percussioni).
Album information
Title: Transmigration | Year Released: 2007 | Record Label: Delmark Records
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