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Yellowjackets: Timeline
ByCerto, trent'anni di carriera non sono pochi. Anzi. Soprattutto, sono un tempo pressoché infinito quando si prova a essere coerenti alla propria musica e fedeli all'idea di gruppo, di band, con la relativa liturgia del fare le prove, del senso di appartenenza, della costituzione di un'identità precisa e quasi immutabile. Sono tantissimi se si pensa alle bizzarrie del mercato, all'instabilità capricciosa delle case discografiche, ai mutamenti imprevedibili del gusto, alle flessioni economiche, alle crisi di borsa, al costo dei dischi.
Sono un tempo enormemente lungo rapportato all'evoluzione tecnologica degli strumenti, al cambiamento epocale dei supporti attraverso i quali si produce e si vende la musica; alle trasformazioni che internet ha scatenato nel villaggio globale. Infine, sono un tempo spaventosamente lento considerando com'è cambiata la musica in questi anni, come gli stili si sono ibridati, mescolandosi, fondendosi, intrecciandosi e prendendo strade assolutamente inimmaginabili.
Sopravvivere a tutto questo non è per niente facile, mantenendo peraltro un'invidiabile coerenza musicale e professionale. Gli Yellowjackets non soltanto ci sono riusciti, si direbbe, senza eccessivi sforzi, ma sembra vogliano andare avanti ancora a lungo, forti di una coesione umana e una condivisione musicale inossidabili.
Timeline segna due ritorni: il primo è quello di William Kennedy; il batterista aveva lasciato le giubbe gialle dieci anni fa, sostituito prima da Peter Erskine, per un breve periodo, poi da Marcus Baylor, il cui stile eccessivamente arzigogolato, introverso ed esibizionistico mai aveva convinto il vostro cronista. Al drumming fantasioso di Kennedy sono legate le produzioni migliori di Ferrante e soci (su tutte Dreamland, album potentissimo e visionario), e il suo rientro tra i ranghi coincide con un altro ritorno, addirittura più importante: quello di una certa idea yellowjacketsiana di jazz elettrico. I nostri l'avevano in qualche misura abbandonata nella difficile gestione del cambio di batterista, virando verso una musica più muscolare, spigolosa, che perdeva in profondità quello che guadagnava in eccitamento. Timeline invece è un album attraversato da quella elegantissima mistura di raffinate progressioni armoniche, tempi dispari e toccanti archi melodici sui quali gli Yellowjackets hanno costruito la propria caratura di capiscuola della fusion.
Bello e misurato il repertorio, con "Timeline" e "Tenacity" che guadagnano una menzione speciale. Cento di questi dischi!
Track Listing
1. Why Is It (B. Mintzer) - 5:06; 2. Tenacity (B. Mintzer) - 6:09; 3. Rosemary (W. Kennedy) - 4:56; 4. Timeline (R. Ferrante) - 5:13; 5. Magnolia (Ferrante / Haslip) - 4:38; 6. A Single Step (R. Ferrante) - 7:07; 7. Indivisible (R. Ferrante) - 5:24; 8. Like Elvin (B. Mintzer) - 5:34; 9. My Soliloquy (B. Mintzer) - 6:24; 10. Numerology (R. Ferrante) - 5:58; 11. I Do (R. Ferrante) - 6:00.
Personnel
Russell Ferrante
keyboardsRussell Ferrante (piano, tastiere); Bob Mintzer (sax tenore, clarinetto basso, sax soprano); Jimmy Haslip (basso); William Kennedy (batteria); Robben Ford (chitarra elettrica in "Magnolia"); John Daversa (tromba in "Tenacity" e "Like Elvin").
Album information
Title: Timeline | Year Released: 2011 | Record Label: Mack Avenue Records
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About Russell Ferrante
Instrument: Keyboards
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