Michel Wintsch, Christian Weber, Christian Wolfarth: Thieves Left That Behind
Arriva al quarto album, questo trio svizzero dedito alla musica improvvisata, il primo per l'etichetta Veto dopo passaggi su Leo, Monotype e Hatology. Stavolta la formazione vede il pianista Michel Wintsch impegnato solo su strumenti elettrici -sintetizzatore e piano elettrico -cosa che porta il trio in una direzione atipica e tutta da esplorare.
Nella migliore tradizione dell'improvvisazione più rigorosa, i suoni si intrecciano ai rumori e ai silenzi, qui però senza quasi mai eccedere nell'intensità dinamica, né accelerare nei tempi: talvolta il discorso narrativo si sviluppa in modo meditativo, talaltra evoca templi sacri immaginari ("Heart of Gold"), in alcuni casi invece richiama scenari futuribili.
In generale è molto stimolante l'accostamento del suono elettrico con quello acustico del contrabbasso di Christian Weber -bravissimo a trarre dalle sue corde, con le dita e con l'archetto, suoni ora classicamente corposi, ora invece più tormentati e frammentati -e la batteria di Christian Wolfarth, non a caso due musicisti che vantano collaborazioni con i maggiori improvvisatori europei e statunitensi.
Che poi certe sonorità richiamino alla memoria la musica degli Settanta è anch'esso interessante, perché permette di rendersi conto di come, qui, si sia ben altrove, in un contesto libero che non si rifa in alcun modo al rock, ma casomai alla sperimentazione elettronica contemporanea.
Disco non semplice ma neppure criptico, Thieves Left That Behind richiede un ascolto attento, ma lo merita anche.
Nella migliore tradizione dell'improvvisazione più rigorosa, i suoni si intrecciano ai rumori e ai silenzi, qui però senza quasi mai eccedere nell'intensità dinamica, né accelerare nei tempi: talvolta il discorso narrativo si sviluppa in modo meditativo, talaltra evoca templi sacri immaginari ("Heart of Gold"), in alcuni casi invece richiama scenari futuribili.
In generale è molto stimolante l'accostamento del suono elettrico con quello acustico del contrabbasso di Christian Weber -bravissimo a trarre dalle sue corde, con le dita e con l'archetto, suoni ora classicamente corposi, ora invece più tormentati e frammentati -e la batteria di Christian Wolfarth, non a caso due musicisti che vantano collaborazioni con i maggiori improvvisatori europei e statunitensi.
Che poi certe sonorità richiamino alla memoria la musica degli Settanta è anch'esso interessante, perché permette di rendersi conto di come, qui, si sia ben altrove, in un contesto libero che non si rifa in alcun modo al rock, ma casomai alla sperimentazione elettronica contemporanea.
Disco non semplice ma neppure criptico, Thieves Left That Behind richiede un ascolto attento, ma lo merita anche.
Track Listing
Schreen; Thieves Left That Behind; Thirsty Mate; Heart of Gold; Doubtable Distinctiveness; Approximate Size; A Thing Is a Thing; Fairly Mysterioius.
Personnel
Michel Wintsch: sintetizzatore, piano elettrico; Christian Weber: contrabbasso; Christian Wolfarth: batteria.
Album information
Title: Thieves Left That Behind | Year Released: 2016 | Record Label: Veto Records