Wayne Horvitz, Geoff Harper, Eric Eagle: The Snowghost Sessions

Era dall'anno di grazia 1986 che Wayne Horvitz non incideva in trio—Nine Below Zero lo vedeva insieme a Butch Morris e Bobby Previte—e mai comunque nella formazione piano-tastiere/basso/batteria. Un ulteriore motivo di curiosità e di interesse riguardo la pubblicazione di The Snowghost Sessions, seduta di registrazione per certi versi anomala, a ruota libera, senza l'obiettivo specifico di incidere un disco.

Piuttosto la messa in atto di un processo creativo libero da preconcetti, svincolato da obbligati riferimenti storici, una seduta nella quale confluiscono composizioni pensate originariamente per altri contesti (55: Music and Dance in Concrete, in particolare) e segnata da una straordinaria combinazione di acustico, di elettrico, di elettronico, di laptop e di live processing.

Poco più di quaranta minuti che suonano come un elogio alla bellezza, un inno alla semplicità quale paradigma per elevarsi alla purezza di pensiero e di espressività artistica. La dolcezza delle melodie, le atmosfere oniriche, le inflessioni blues e folk, un non so che di cinematografico son ben lungi dall'essere oleografiche ma corrono sul filo del rasoio dell'imprevisto, scherzano col fuoco dell'intrusione anomala, flirtano con le tensioni carsiche provocate dalle diavolerie elettroniche del leader.

Piano trio fuori dagli schemi, The Snowghost Sessions è una gemma preziosa della discografia di Wayne Horvitz ed ennesima testimonianza del suo multiforme talento.

Album della settimana.

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