Ben Wendel: The Seasons
L'evoluzione del progetto The Seasons di Ben Wendel trova organica espressione in un nuovo collettivo. La prima realizzazione è avvenuta nel 2015, con dodici duo-performance (pubblicate su YouTube) effettuate con altrettanti partner: Joshua Redman, Aaron Parks, Ambrose Akinmusire, Julian Lage ecc... Le composizioni sono state arrangiate l'anno successivo per dei concerti in quintetto alla Jazz Gallery di New York e due di esse (rinominate Spring e Fall) erano incluse nel penultimo album del sassofonista, What We Bring (Motéma 2016). Nel marzo 2018 Wendel ha costituito un nuovo quintetto, eseguendo tutte le dodici parti di Seasons in alcune serate al Village Vanguard e realizzando l'attuale incisione, effettuata ai Bunker Studios di Brooklyn.
Il progetto nasce ispirandosi all'opera di Tchaikovsky The Seasons op. 37 (12 movimenti legati ai dodici mesi dell'anno) che l'autore scrisse nel 1875 ma l'interpretazione è libera e, soprattutto nelle versioni in quintetto, l'estetica è prettamente jazzistica. Rispetto al citato disco del 2016, il gruppo di Wendel è nuovo ma il sassofonista continua a circondarsi dei migliori jazzmen attivi a New York: suoi coetanei come il batterista Eric Harland o di qualche anno più giovani come il pianista Aaron Parks, il chitarrista Gilad Hekselman e il bassista Matt Brewer.
Come nei precedenti tre dischi da leader il clima è meno trasgressivo e tecnologico rispetto alle incisioni con il gruppo Kneebody, di cui il sassofonista è co-fondatore. Il drumming esplosivo, in costante interazione di Harland e la veemenza della chitarra elettrica, creano maggior vicinanza con quel gruppo rispetto a quando ascoltato in What We Bring. Ogni mese dell'anno è rappresentato da un brano che, pur rispettando le idee tematiche di base espresse nei duo, è ora molto diverso. Lo stile è un vibrante post-bop capace di alternare momenti di forte concitazione ad altri ricercati. Un eccentrico sviluppo dell'Electric Bebop Band di Paul Motian dove s'innestano free, fusion, sprazzi monkiani (September) e molta contemporaneità.
Wendel suona principalmente il sax tenore (in qualche brano anche il fagotto) e i suoi accesi interventi sul registro alto contribuiscono alla tensione di brani come February, April e May. Ma lo "scorrere dei mesi" è prevalentemente leggero e danzante, con ampio uso di ostinati. Tra i più ispirati ricordiamo March (un luminoso assolo di Parks), il jarrettiano November e l'evocativo e tumultuoso December, dov'è evidente l'ispirazione a Motian.
CD della settimana.
Il progetto nasce ispirandosi all'opera di Tchaikovsky The Seasons op. 37 (12 movimenti legati ai dodici mesi dell'anno) che l'autore scrisse nel 1875 ma l'interpretazione è libera e, soprattutto nelle versioni in quintetto, l'estetica è prettamente jazzistica. Rispetto al citato disco del 2016, il gruppo di Wendel è nuovo ma il sassofonista continua a circondarsi dei migliori jazzmen attivi a New York: suoi coetanei come il batterista Eric Harland o di qualche anno più giovani come il pianista Aaron Parks, il chitarrista Gilad Hekselman e il bassista Matt Brewer.
Come nei precedenti tre dischi da leader il clima è meno trasgressivo e tecnologico rispetto alle incisioni con il gruppo Kneebody, di cui il sassofonista è co-fondatore. Il drumming esplosivo, in costante interazione di Harland e la veemenza della chitarra elettrica, creano maggior vicinanza con quel gruppo rispetto a quando ascoltato in What We Bring. Ogni mese dell'anno è rappresentato da un brano che, pur rispettando le idee tematiche di base espresse nei duo, è ora molto diverso. Lo stile è un vibrante post-bop capace di alternare momenti di forte concitazione ad altri ricercati. Un eccentrico sviluppo dell'Electric Bebop Band di Paul Motian dove s'innestano free, fusion, sprazzi monkiani (September) e molta contemporaneità.
Wendel suona principalmente il sax tenore (in qualche brano anche il fagotto) e i suoi accesi interventi sul registro alto contribuiscono alla tensione di brani come February, April e May. Ma lo "scorrere dei mesi" è prevalentemente leggero e danzante, con ampio uso di ostinati. Tra i più ispirati ricordiamo March (un luminoso assolo di Parks), il jarrettiano November e l'evocativo e tumultuoso December, dov'è evidente l'ispirazione a Motian.
CD della settimana.
Track Listing
January; February; March; April; May; June; July; August; September; October; November; December.
Personnel
Aaron Parks: piano; Gilad Hekselman: guitar; Matt Brewer: bass; Eric Harland: drums; Ben Wendel: saxophone.
Album information
Title: The Seasons | Year Released: 2018 | Record Label: Motéma Music