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Fred Frith Cosa Brava: The Letter

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Fred Frith Cosa Brava: The Letter
Se c'è un musicista che possa davvero fregiarsi del titolo di signore del rock creativo questi non può essere altri che Fred Frith. Il leggendario chitarrista britannico ormai da anni stabilitosi negli Stati Uniti (a parte le sue ultime incisioni, i più giovani vadano ad ascoltare tutta la discografia della vita precedente, leggi Henry Cow, Skeleton Crew e Keep the Dog, per citare i più vividi e fondamentali riferimenti) dà alle stampe il capitolo secondo di questa nuova avventura chiamata meravigliosamente Cosa Brava la quale, entro architetture di rock sperimentale e improvvisazione, abbraccia una formazione che probabilmente solo lui avrebbe potuto unire, ricca del sapere di Carla Kihlstedt (violino), Zeena Parkins (fisarmonica, tastiere ed effetti vari), Shahzad Ismaily (basso) e quel "The Norman Conquest" riconosciuto da più parti come uno dei massimi filosofi e "artisti del suono" tout court contemporanei.

Dopo l'eccellente Ragged Atlas del 2010, questo "The Letter" apre maggiormente gli orizzonti della ricerca di Frith, da sempre in prima linea se ciò che è da analizzare e scoprire si chiama "miscuglio di stili e generi," métissage, patchwork sonoro e chi più ne ha più ne metta. Frith è un camaleontico professore in questo campo. Con un immancabile tocco ironico, apre e chiude ipotesi musicali ardite, tessendo un tappeto sonoro di rara bellezza ed energia. È un equilibrista totale capace di unire nel giro di poche battute ipotesi della più classica musica da camera, atomizzazioni klezmer, danze levantine, rock dadaista e scarti di tempo propri del funk più autentico che hanno però alla base una sorta di giga del più classico folk. Da sempre amante del dettaglio e della cura formale delle proprie esecuzioni, Frith (e Cosa Brava) conquisterà senza timore di sbagliare i grandi e appassionati amanti storici del chitarrista, colpendo anche e inoltre a fondo chi - della musica - cerca le strade davvero più creative e meno ovvie. Non importano le etichette; non importa che tutto ciò sia rock piuttosto che jazz o viceversa. Frith è sul serio uno dei grandissimi nomi della musica contemporanea e tutto ciò che fa sistematicamente rende giocosa e comprensibile la materia. L'unica accortezza per conquistare il campo (lo si dice a favore del neofita che s'imbatte magari per la prima volta in ipotesi sonore simili) è quella di riuscire a spostare la propria capacità intuitiva entro altre prospettive, uscendo dai campi certi del conosciuto e del sicuro.

"Cosa Brava è dedicato alla narrazione" scrive Frith nelle note di copertina del nuovo lavoro e ricorda ad esempio il viaggio in auto fatto da bambino sulla macchina della sua famiglia, trasferitasi da Londra nei sobborghi dello Yorkshire Dales. Di quel viaggio Frith ricorda gli odori, i colori e i sapori del "viaggio" riconoscendo - da allora - la sua propensione al viaggiare, la stessa - in senso in sostanza nomade - che ha ritrovato nei co-protagonisti di questa formazione. Viaggiare significa anche la capacità di raccontare storie. Questo gruppo, per Frith, è proprio questo: raccontare storie di viaggio e, se si ascolta bene tutta la sua musica, questa è da sempre una sorta di colonna sonora ove le composizioni sono per certi versi piccoli film; fotogrammi rapiti da una vita che scorre e impressi nella parte artistica della propria anima allo stesso modo raccontata e ben espressa anche dai racconti di sociologia musicale raccolti in molti lavori del fratello di Fred, Simon, nome di riferimento per comprendere molte evoluzioni della storia della musica moderna.

L'età fa il resto: rispetto alle frastagliate e taglienti ipotesi sonore degli inizi, ciò che colpisce qui è anche la soavità e la leggerezza dell'uso musicale. Musica "fantastica" in tutte le accezioni del termine anche perché musica così possono riuscire a pensarla solo musicisti fantastici. Frith è - davvero da sempre - uno di questi.

Track Listing

1. Soul of the Machine 2:12; 2. The Eyjafjallajökull Tango 6:48; 3. Drowning 4:04; 4. The Wedding 6:08; 5. The Letter 3:41; 6. Slings and Arrows 7:23; 7. Jitters 5:13; 8. For Lars Hollmer 8:03; 9. Emigrants 4:06; 10. Nobody Told Me 4:10; 11. Common Sense 7:15; 12. Soul of the Machine (reprise) 2:05.

Personnel

Fred Frith
guitar

Fred Frith (chitarra, basso elettrico, voce); Carla Kihlstedt (violino, armonica basso, voce); Zeena Parkins (fisarmonica, tastiere, "rumori", voce); Shahzad Ismaily (basso, voce); Matthias Bossi (batteria, percussioni, mayhem, voce); The Norman Conquest (effetti e manipolazione del suono). Ospiti: Michael Elrod (tambura); William Winant (gran cassa da concerto, crotali).

Album information

Title: The Letter | Year Released: 2013 | Record Label: Intakt Records


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