Mike Turk: The Italian Job

Al centro delle dieci tracce contenute in The Italian Job c'è quasi esclusivamente l'armonica di Mike Turk, leader di un album in cui si avvale della collaborazione di un quartetto di musicisti italiani dalle ottime credenziali.

Quasi, perché in primo piano sa muoversi anche il vibrafonista Alessandro Di Puccio, che riesce a dialogare in scioltezza con il leader e a ritagliarsi qualche momento solitario, come del resto il pianista Paolo Birro, anche se il suo è un lavoro di retroguardia insieme ad Alessandro Fabbri alla batteria e Paolo Ghetti al contrabbasso.

Atmosfere pacate, sapori blues, melodie evocative e sognanti sono le caratteristiche principali dell'aria che si respira in questo lavoro, dove la bravura degli interpreti risulta ben oltre la media, anche se l'andamento sviluppato seguendo sempre le medesime coordinate lascia trasparire un pizzico di monotonia.

I motivi di maggiore interesse vanno rintracciati nei lunghi soli proposti da Turk. L'armonicista del Bronx -forte di un'esperienza radicata -disegna linee morbide che avvolgono i temi in una sorta di corteccia emozionale, che trova il suo apice in una splendida versione di "Pavane" di Gabriel Fauré.

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