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Horace Tapscott: The Dark Tree
ByTexani di nascita (Tapscott nativo di Houston, e Carter di Fort Worth, come Ornette Coleman) e figli adottivi della stessa città con una vita spesa cocciutamente tra le quattro mura di Los Angeles (l'uno nei ranghi della sua UGMAA, l'altro come insegnante), stesse frequentazioni (artistiche e politiche), stesso profondo radicamento nella comunità nera, stessa dedizione assoluta alla propria musa, centinaia di concerti spalla a spalla (uno solo, questo, finito su disco), vittime, ahimé, dello stesso cono d'ombra che per decenni li nascose, e in parte continua a nasconderli, agli occhi di pubblico e critica.
Documento assai prezioso, dunque, il doppio The Dark Tree, giunto alla terza ristampa su CD (la Hut Hat lavora sempre su edizioni limitate) e registrato nel corso di quattro serate del dicembre '89 al Catalina Bar & Grill di Hollywood. Documento assai prezioso nel testimoniare la grandezza dei due giganti in questione (perchè di assoluti fuoriclasse si sta parlando) e nel rendere giustizia, parzialmente, tardivamente, alla straordinaria ricchezza-originalità della scena black free Californiana, il cui impatto sulla storia del jazz, soprattutto negli anni Sessanta e Settanta, è tristemente sottostimato.
Ad affiancare Tapscott e Carter una sezione ritmica poderosa, formata dal contrabbasso di Cecil McBee e dalla batteria di Andrew Cyrille (grandioso, come sempre). In scaletta solo composizioni del pianista e un paio di brani firmati da membri dell'UGMAA. Piatto forte del programma le due versioni di "The Dark Tree," oltre venti minuti la prima, poco meno la seconda. Il brano, il più celebre del repertorio di Tapscott, è costruito su due ostinato scanditi da contrabbasso e pianoforte, secondo uno schema ritmico incalzante tipico della sua musica. Da brividi i soli di Carter e del pianista nella prima versione (la migliore): il clarinetto svolazza e ricama con un controllo del suono sugli acuti a dir poco impeccabile; il pianoforte invece, affidato al contrabbasso il ruolo di motore ritmico, si lancia in arpeggi stridenti e cluster di note. Tapscott è senza dubbio nipote di Ellington e figlio di Monk, fratellastro di Mal Waldron e Don Pullen, ma in qualche modo pure cugino lontano di Cecil Taylor, che per definizione non ha parenti stretti.
Altrettanto notevole "Lino's Pad," ancora più intricata dal punto di vista ritmico (intro marziale in 7/4, poi cinque battute in 7/4 e otto battute in 4/4). Altro vertice del programma la breve e dolcissima "A Dress for Renes," in pianoforte solo, mentre nella scomposta "One for Lately" il quartetto deraglia dando libero sfogo ai più turpi istinti free del clarinetto di Carter. Infine, nei quasi venti minuti di "Nyja's Theme" (che altri non è se non "Niger's Theme," incisa per la prima volta nel '69 su The Giant Is Awakened) sono Cyrille e McBee a rubare la scena, strappando applausi a scena aperta al fortunato pubblico del Catalina Bar & Grill.
Essenziale è forse uno degli aggettivi più odiosi e abusati in sede di critica musicale, ma stavolta non c'è tema di smentita. Horace Tapscott e John Carter, The Dark Tree: essenziale!
Track Listing
CD 1 1. The Dark Tree (Tapscott) - 20:56; 2. Sketches of Drunken Mary (Tapscott) - 11:32; 3. Lino’s Pad (Tapscott) - 16:46; 4. One for Lately (Thurman Green). CD 2 1. Sandy and Niles (Tapscott) - 11:17; 2. Bavarian Mist (Michael Session) - 13:16; 3. The Dark Tree (Tapscott) - 18:30; 4. A Dress for Renee (Tapscott) - 4:56; 5. Nyja’s Theme (Tapscott) - 19:41.
Personnel
Horace Tapscott
pianoHorace Tapscott (pianoforte); John Carter (clarinetto); Cecil McBee (contrabbasso); Andrew Cyrille (batteria).
Album information
Title: The Dark Tree | Year Released: 2010 | Record Label: Hat Hut Records
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