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Miles Davis: The Complete On The Corner Sessions
ByDave non se lo fa ripetere due volte, esce dallo studio del suo dentista, prende la macchina, guida a rotta di collo per le strade intasate di Manhattan, parcheggia in doppia fila, in evidente divieto di sosta e si precipita dentro lo studio di registrazione. Miles e i suoi compari stanno già suonando, il trombettista gli fa cenno di tirare fuori il sax soprano e di suonare su quel miscuglio apparentemente senza senso. Liebman è dapprima sommerso dal panico, non sa neppure in che chiave stanno suonando, ma non gli ci vuole molto per entrare nel magma sonoro. La pulsazione del basso elettrico di Michael Henderson è lì, bella evidente e rocciosa. E tutto avviene senza cambi di accordo, anzi senza accordi. La tonica ribattuta dal basso basta e avanza per segnare il mood, per indicare il cammino, come la stella polare ha fatto per millenni, per le carovane degli indomiti viaggiatori del mondo e del tempo.
Adesso fate partire la prima traccia del primo CD di questo meraviglioso cofanetto e anche voi sarete lì. Non sulla poltrona del dentista, ma nello studio del dottor Miles. Che, fra parentesi, era proprio figlio di un noto dentista di Saint-Louis.
Quello che ascoltate è la take completa del brano che sarà poi editato a dovere da Teo Macero e aprirà l’album On the Corner. Un album che discrimina nettamente, una volta per tutte, la schiera dei critici dell’epoca (e anche oggi non è che le cose siano poi cambiate moltissimo). Down Beat, allora bibbia del jazz, assegna una stella. La peggiore votazione prevista. Un affronto bruciante che il musicista ignora. Anche molti critici che avevano finto di apprezzare In a Silent Way, Bitches Brew, Miles at Fillmore, Jack Johnson e Live Evil non resistono alla tentazione e scatenano un putiferio di critiche ingenerose. In sintesi l’accusa è che questa musica, definita senza capo né coda, non è certamente jazz. La risposta, allora come oggi, è molto semplice: anche se non fosse più jazz, chi se ne frega. Di sicuro è la musica del futuro, la musica di oggi, la musica dei colori e del ritmo.
Questo è quello che purtroppo la critica non capì e tuttora spesso continua a non capire. E questo cofanetto è utilissimo per riaprire la questione e per fornire qualche elemento di giudizio in più, specialmente per coloro che considerano questa musica una sintesi mirabile delle idee rivoluzionarie che presero corpo nella mente di Miles a partire dalla fine degli anni sessanta, in buona parte per merito del legame con Betty Mabry [di cui sono stati recentemente ripubblicati due album fondamentali, Betty Davis / They Say I’m Different], vera pietra catalizzatrice di un processo artistico esemplare che servirà come modello per moltissimi musicisti.
I brani contenuti nell’album originale sono lasciati alla fine, nel sesto e ultimo CD, mentre l’apertura è affidata ai master fin qui inediti (nella loro forma originale) che furono registrati nel corso di tre successive sedute fra il primo giugno e il 12 dello stesso mese. Il corposo cofanetto prosegue aggiungendo tutte le sedute registrate in studio fino al 1975. O per meglio dire quelle che i produttori hanno ritenuto degne di essere tramandate ai posteri.
In totale abbiamo quasi sette ore di musica, in parte pubblicate negli album On the Corner (uscito nel 1972), Get Up with It e Big Fun (entrambi del 1974). In questo cofanetto sono presenti 12 tracce completamente inedite e abbiamo finalmente disponibili per la prima volta, nella loro forma completa, cinque tracce che erano state pubblicate sin qui solamente in versione editata. Il tutto è contenuto in un divertente box metallico che riporta l’altorilievo coloratissimo delle famose caricature di Corky McCoy che comparivano sulla copertina originale dell’album On the Corner. Questo contenitore racchiude sotto un unico dorso i sei CD e un corposo libretto pieno di magnifiche foto e indispensabili informazioni (a volte poco leggibili per discutibili scelte grafiche), per un totale di 120 pagine. Compaiono nel libretto importanti saggi e testimonianze di Bob Belden (produttore del cofanetto assieme a Michael Cuscuna), del giornalista Tom Terrell e del musicista inglese Paul Buckmaster che fu nel 1972 una sorta di assistente musicale di Miles: un prezioso amico d’oltremanica che suggerì al divino trombettista l’ascolto di maestri della musica contemporanea come Karl-Heinz Stockhausen (in particolare “Gruppen” e “Mixtur”, che poi Miles sostituì con “Hymnen”) e Charles Wuorinen (“Time’s Encomium”).
Come al solito il titolo scelto dai geni del marketing della casa discografica è poco corretto. Non è decisamente fuori luogo come nel caso ormai tristemente famoso del cofanetto intitolato The Complete Bitches Brew Sessions che paradossalmente non conteneva neppure un minuto in più, rispetto all’album originale, di materiale proveniente dai tre mitici giorni di registrazione dell’agosto 1969 che produssero quel capolavoro inarrivabile. E si badi bene che negli archivi della Columbia esistono almeno due ore di materiale inedito da quelle mitiche sedute. Ovviamente i bootlegger giapponesi le hanno scovate e pubblicate un paio di anni fa, dopo la pubblicazione del cofanetto incriminato.
Nel caso di questo cofanetto c’è da dire che almeno un bel po’ di materiale inedito dalle sedute del giugno 1972 è stato inserito nel cofanetto. Ma chiamarlo The Complete On The Corner Sessions non ha comunque molto senso, visto che le sedute di registrazione coperte sono molte di più rispetto a quelle che produssero l’album in questione e arrivano, come già si diceva, addirittura al 1975. Ci risulta che in origine il cofanetto si sarebbe dovuto chiamare Beyond The Corner e certamente il titolo sarebbe stato molto più appropriato. Probabilmente si è deciso di perseverare nell’errore per mantenere un senso di continuità e di coerenza con le denominazioni poco felici dei box precedenti. Peccato che questo abbia voluto dire rimanere coerenti con un errore ben noto e segnalato.
Al di là di queste note logistiche, il box è certamente indispensabile per chi vuole meglio comprendere lo sviluppo della musica di Miles Davis. I master pre-edit di On the Corner sono veramente eccellenti, in particolare il primo. John McLaughlin è straordinario e fa crescere il disappunto per non avere continuato ad esplorare compiutamente quel format. In parte lo ha fatto con la Mahavishnu Orchestra, ma certamente la forza ritmica di quel periodo è rimasta inesplorata.
Le sedute successive non sono sempre all’altezza di quei risultati straordinari e progressivamente la magia pare spezzarsi. Continuano ad esserci momenti molto interessanti che però ogni tanto lasciano spazio a sezioni un po’ troppo dilatate che probabilmente lo stesso Miles considerava esperimenti poco riusciti e forse neppure completati. In alcuni casi sembra addirittura prefigurarsi il jazz venato di influenze pop che Miles metterà a punto negli anni '80 (si ascolti in particolare “Minnie”). La salute del trombettista si stava rapidamente deteriorando e quella sorta di esaltazione straordinaria iniziata con Filles de Kilimanjaro e maturata soprattutto con In a Silent Way e Bitches Brew, rappresentava in qualche modo un picco di creatività che non poteva durare in eterno. L’uso e abuso di sostanze poco tollerate da un organismo provato da mille battaglie, mascherava nel breve il problema, ma in realtà lo accentuava e creava la condizione per un black-out che arrivò a fine dell’estate del 1975 e tenne Miles lontano dalla musica e dalla vita relazionale per oltre cinque anni. Cinque anni di buio assoluto che misero la parole fine alle intemperanze percussive e coloristiche del Miles Davis della metà degli anni settanta.
Per fortuna la rivoluzione era stata fatta e aveva lasciato dei segni ben precisi che finalmente tutti dovrebbe avere il coraggio di accettare e riconoscere. Chi fosse ancora dubbioso si ascolti con la mente sgombra da pregiudizi (facile a dirsi, meno facile a farsi...) i primi dieci minuti del brano che apre questo cofanetto: ogni musicista impegnato in studio in quella occasione dà il massimo, si potrebbe addirittura dire che magicamente dà persino di più di quello che è in grado di dare.
La straordinaria capacità sciamanica di Miles di tirare fuori il meglio da tutto quello che gli sta attorno è lì davanti ai nostri occhi, pronta ad introdursi nella nostra mente attraverso le orecchie ben aperte, prive di cerume ideologico. Una sintesi mirabile di tutto quello che Miles aveva fatto, un gioco di colori, di ritmi, di sensazioni, di profumi, che non ha probabilmente uguali, per intensità e miracoloso equilibrio. Provare per credere.
Track Listing
CD1: On The Corner (unedited master); On The Corner (take 4); One and One (unedited master);
Helen Butte/Mr. Freedom X (unedited master); Jabali.
CD2: Ife; Chieftain; Rated X; Turnaround (take 14); U - Turnaround (take 15).
CD3: Billy Preston; The Hen (Untitled Original A (take 1); Big Fun/Holly-wuud (take 2);
Big Fun/Holly-wuud (take 3); Peace (Untitled Original (take 5)); Mr. Foster.
CD4: Calypso Frelimo; He Loved Him Madly.
CD5: Maiysha; Mtum; Mtume (take 11); Hip Skip (Untitled Original (take 2)); What They
Do (Untitled Original (take 14)); Minnie (Latin (take 7)).
CD6: Red China Blues; On the Corner/New York
Girl/Thinkin' of One Thing and Doin' Another/Vote for Miles; Black Satin; One And One; Helen
Butte/Mr. Freedom X (master); Big Fun; Holly-wuud.
Personnel
Miles Davis
trumpetMarch 9, 1972: Miles Davis: trumpet; Wally Chambers: harmonica; Cornell Dupree: guitar; Michael
Henderson: electric bass; Al Foster: drums; Bernard Purdie: drums; James Mtume Forman: congas,
percussion; Wade Marcus: brass/saxophone arrangement; Billy Jackson: rhythm arrangement.
June 1, 1972: Miles Davis: trumpet; Dave Liebman: soprano saxophone; Chick Corea:
synthesizer; Herbie Hancock: organ; Harold I. Williams: electric piano; John McLaughlin: guitar;
Collin Walcott: sitar; Paul Buckmaster: cello; Michael Henderson: electric bass; Jack DeJohnette:
drums; Jabali Billy Hart: drums, percussion, bongo; Don Alias: congas, percussion; James Mtume
Forman: congas, percussion; Badal Roy: tabla.
June 6, 1972: Miles Davis: trumpet; Carlos Garnett: alto saxoophone, tenor saxophone;
Bennie Maupin: bass clarinet; Herbie Hancock: electric piano, synthesizer; Harold I. Williams:
electric piano, synthesizer; Lonnie Liston Smith: organ; David Creamer: guitar; Collin Walcott: sitar;
Paul Buckmaster: cello; Michael Henderson: electric bass; Jack DeJohnette: drums, handclaps;
Jabali Billy Hart: drums, handclaps; Charles Don Alias:
percussion, handclaps; James Mtume Forman: percussion, handclaps; Badal Roy: tabla, handclaps.
June 12, 1972: Miles Davis: trumpet; Carlos Garnett: soprano saxophone; Bennie
Maupin: bass clarinet; Lonnie Liston Smith: organ; Harold I. Williams: electric piano, synthesizer;
Michael Henderson: electric bass; Al Foster: drums; Jabali Billy Hart: drums, percussion; James
Mtume Forman: congas, percussion; Badal Roy: tabla.
August 23, 1972: Miles Davis: trumpet; Cedric Lawson: organ; Reggie Lucas: guitar;
Khalil Balakrishna: sitar; Michael Henderson: electric bass; Al Foster: drums; Badal Roy: tabla;
James Mtume Forman: congas.
September 6, 1972: Miles Davis: organ; Reggie Lucas: guitar; Khalil Balakrishna: sitar;
Cedric Lawson: synthesizer; Michael Henderson: electric bass; Al Foster: drums; James Mtume
Forman: congas, percussion; Badal Roy: tabla.
November 29, 1972: Miles Davis: trumpet; Carlos Garnett: soprano saxophone; Cedric
Lawson: keyboards; Reggie Lucas: guitar; Khalil Balakrishna: sitar; Michael Henderson: electric
bass; Al Foster: drums; James Mtume Forman: congas, percussion; Badal Roy: tabla.
December 8, 1972: Miles Davis: organ; Carlos Garnett: soprano saxophone; Cedric
Lawson: keyboards; Reggie Lucas: guitar; Khalil Balakrishna: sitar; Michael Henderson: electric
bass; Al Foster: drums; James Mtume Forman: congas, percussion; Badal Roy: tabla.
January 4, 1973: Miles Davis: trumpet; Dave Liebman: soprano saxophone; Cedric
Lawson: keyboards; Reggie Lucas: guitar; Khalil Balakrishna: sitar; Michael Henderson: electric
bass; Al Foster: drums; James Mtume Forman: congas, percussion; Badal Roy: tabla.
July 26, 1973: Miles Davis: trumpet, organ; Dave Liebman: soprano saxophone, flute;
Pete Cosey: guitar; Reggie Lucas: guitar; Michael Henderson: electric bass; Al Foster: drums; James
Mtume Forman: congas, percussion.
September 17, 1973: Miles Davis: trumpet, organ; Dave Liebman: tenor saxophone,
flute; John Stubblefield: soprano saxophone; Pete Cosey: guitar; Reggie Lucas: guitar; Michael
Henderson: electric bass; Al Foster: drums; James Mtume
Forman: congas, percussion.
September 18, 1973: Miles Davis: trumpet, organ; Dave Liebman: ts; Pete Cosey: guitar;
Reggie Lucas: guitar; Michael Henderson: electric bass; Al Foster: drums; James Mtume Forman:
congas.
June 19, 1974: Miles Davis: trumpet, organ; Dave Liebman: flute; Pete Cosey: guitar;
Reggie Lucas: guitar; Dominique Gaumont: guitar; Michael Henderson: electric bass; Al Foster:
drums; James Mtume Forman: congas, percussion.
October 7, 1974: Miles Davis: trumpet, organ; Sonny Fortune: soprano saxophone, flute;
Pete Cosey: guitar; Reggie Lucas: guitar; Dominique Gaumont: guitar; Michael Henderson: electric
bass; Al Foster: drums; James Mtume Forman: congas, percussion.
November 6, 1974: Miles Davis: trumpet, organ; Sonny Fortune: soprano saxophone,
tenor saxophone, flute; Pete Cosey: guitar, drums, percussion; Reggie Lucas: guitar; Dominique
Gaumont: guitar; Michael Henderson: electric bass; Al Foster: drums; James Mtume Forman:
congas, percussion.
May 5, 1975: Miles Davis: trumpet, organ; Sam Morrison: tenor saxophone; Pete Cosey:
guitar, percussion; Reggie Lucas: guitar; Michael Henderson: electric bass; Al Foster: drums; James
Mtume Forman: congas, percussion.
Album information
Title: The Complete On The Corner Sessions | Year Released: 2007 | Record Label: Legacy Recordings
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