Andrea Rossi Andrea Ground Plane Antenna: Textmeldg.Blue

L’accurata confezione grafica del CD - l’autore è anche un noto artista visivo - contiene la fotografia di un edificio in primo piano, con altre costruzioni e un massiccio montuoso su cui gravano nubi minacciose; il tutto sembra colto attraverso una finestra.

La natura appare con-fusa nella realtà artificiale in cui è immersa: quest'ultima è ormai diventata parte di noi, condizionando pensieri, emozioni, percezioni, sembra suggerirci l’immagine, dove una cappa grigio-plumbea incombe su tetti e rocce.

“Web’s depression” (titolo della prima traccia) è un’espressione che bene allude a questa atmosfera, la quale è, tuttavia, controbilanciata dagli squarci di vitalità che si aprono nel clima opprimente.

Dallo sfondo glaciale e ossessivo di glissandi campionati emergono via via il fraseggio sbrigliato di Rossi Andrea (che cita letteralmente l’anelito liberatorio di “Bella Ciao”) e il lirismo indianeggiante della tromba a coulisse di Luca Bonvini.

Una notevole ricchezza di timbri e situazioni caratterizza anche le tracce successive: in “II” il fruscio delle percussioni di Tononi e le parche linee melodiche tracciate da Bonvini sulla cetra cinese guqin generano un quadro permeato di assorta contemplazione, contrapposta alla più dinamica “(Mediocre Mail)”, con la fisicità quasi free della tromba sostenuta da un’accoppiata ritmica tanto robusta quanto agile.

La levità di glissandi e armonici in “Hacker with old drug” introduce, con respiro leggero, l’assolo pacato di Bonvini, prima che, nella traccia finale, muovendosi nuovamente su un loop ossessivo, le qualità bassistiche di Rossi Andrea si manifestino con una corporeità sempre più spiccata.

Un lavoro conciso ma multiforme, da ascoltare più e più volte con attenzione.

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