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Anouar Brahem: Souvenance

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Sei anni dopo il precedente The Astounding Eyes of Rita, il tunisino Anouar Brahem ritorna con un nuovo progetto. Il lungo intervallo è dovuto agli avvenimenti politici che dalla fine del 2010 hanno interessato tutto il Nordafrica a partire dalla Tunisia dando origine alla cosiddetta 'Primavera araba' evocata dal titolo del disco e dalla foto di copertina, e che hanno avuto un profondo impatto emotivo sul compositore con l'alternarsi di speranze e timori, anche se la musica, a detta dello stesso autore, non ne è rimasta direttamente influenzata.

L'approccio musicale di Brahem è sempre stato prevalentemente cameristico, realizzando un ponte tra Oriente e Occidente attraverso la combinazione di timbri e ritmi arabi all'interno di una struttura di matrice europea. La presenza in questo lavoro di un'orchestra d'archi non può che sottolineare questa tendenza, aggiungendo una pagina nuova all'esperienza compositiva di Brahem. Al suo fianco l'artista tunisino ha mantenuto dal lavoro precedente Klaus Gesing al clarinetto basso e Björn Meyer al basso, aggiungendo il pianista Francois Couturier col quale aveva già collaborato in precedenza. I brani composti per il nuovo quartetto sono stati successivamente orchestrati da Brahem con l'aiuto del compositore austriaco Johannes Berauer. Gli archi costituiscono una presenza discreta lungo tutto l'album, creando una tessitura su cui si sviluppa l'intreccio strumentale dei quattro solisti, e contribuendo attivamente alla tensione sottostante per diventare protagonisti assoluti nel brano conclusivo, una versione orchestrale di "Nouvelle Vague" composizione tratta dall'album Khomsa e arrangiata dal compositore estone Tönu Körvits.

La musica mantiene una propria bellezza sottile e insinuante lungo tutto l'album, solenne e delicata allo stesso tempo. Brahem sa fare interagire gli strumenti dei suoi musicisti per creare una musica compatta e coerente in tutte le sue parti. L'aggiunta dell'orchestra d'archi cementa ulteriormente la struttura delle composizioni, e fornisce un nuovo elemento a disposizione di Brahem, che supera brillantemente la prova della novità firmando un'opera fondamentale nella sua discografia.

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Buñuel de Jour

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