Home » Articoli » Album Review » Mauro Ottolini: Sousaphonix

Mauro Ottolini: Sousaphonix

By

Sign in to view read count
Mauro Ottolini: Sousaphonix
Tromboni, sassofoni e trombe che strillano come nella più chiassosa orchestra di New Orleans. Chitarre elettriche e liquidi Fender Rhodes che mischiano le carte e spostano la prospettiva da un punto di vista rhythm'n'blues, quando non si divertono a spintonare apertamente verso il rock. Aggiungete pure una sezione ritmica gonfia di funk e indolenze nere, fin dalle parti del dub. Non abbiamo finito. Perché di lato si infila il theremin, questo theremin che dona al panorama un che di goffamente spettrale.

Chi riesce a far stare tutti questi stili, influenze, citazioni e derivazioni in un'unica scatola? Mauro Ottolini, il "Signore degli Ottoni," col suo progetto Sousaphonix. Nel booklet del CD scelgono di farsi immortalare tutti e dieci stipati all'interno dell'angolo cucina di un camper, mentre in copertina un basso tuba spunta dal retro di una Fiat 500. Le due immagini suonano come una vera dichiarazione d'intenti quando il polistrumentista veronese e i suoi passano da una scattante "Little Slide Funk," firmata dallo stesso Ottolini (e che esplode a mo' di rutilante prologo anticipando tutto ciò che si ascolterà nell'ora seguente), al jazz sperimentale di "Charlie M." dell'Art Ensemble of Chicago o, ancora, virando poi verso una pigra "Tina" di Duke Ellington.

Con l'anima divisa fra melodie cantabilissime e asperità proprie di chi ama sperimentare fino alle estreme conseguenze, in Sousaphonix - più che di arrangiamenti - possiamo parlare di lunghi dialoghi fra strumenti che magicamente danno vita a un unico corpus musicale coeso e spettacolare. Un impianto sonoro dove il suono antico della fisarmonica sembra da sempre abituato a coesistere con l'elettronica, dove la balalaika si accomoda senza troppi rossori accanto alle distorsioni di chitarra elettrica. Un disco "folle," nella migliore delle sue accezioni, e che probabilmente piacerà - proprio per l'estremo nomadismo sonoro - a Vinicio Capossela, il quale non casualmente ha voluto Ottolini nella band del suo circense Solo Show dello scorso inverno.

Un album selvaggiamente bandistico nell'approccio (forse è proprio il radicamento alla tradizione musicale popolare a rendere così solido il progetto e così distinguibile il marchio di fabbrica di Ottolini) ma del tutto inclassificabile se tentiamo di incasellarlo entro un genere preciso. Il blues suona sanguigno e sporco come un blues deve suonare, le pulsioni giamaicane sono gigantesche, riverberate e precise, così come i rimandi alla grande tradizione delle big band, qua e là, risultano cristallini. A fare la differenza è la capacità di amalgamare i colori creando un "tutto" originale e lontano dalla semplice somma delle parti.

Track Listing

1. Little Slide Funk, 2. Matti Pellonpää, 3. Charlie M., 4. Tina, 5. Sousaphonized, 6. New Orleans, 7. Uilli “The Green”, 8. The Scream of Love, 9. Jamaica Tomboy, 10. Extra Time, 11. Silver Thrends Among the Gold.

Personnel

Mauro Ottolini
sousaphone

Mauro Ottolini - trombone, sousafono (basso tuba); Fulvio Sigurtà - tromba, flicorno, elettronica; Daniele D'Agaro - clarinetto, sax tenore; Dan Kinzelman - sax tenore, clarinetti; Vincenzo Vasi - theremin, elettronica; Enrico Terragnoli - chitarra elettrica, podofono; Giorgio Pacorig - Fender Rhodes; Vincenzo “Titti” Castrini - fisarmonica; Danilo Gallo - contrabbasso, basso liuto, basso balalaika, basso elettrico; Zeno De Rossi - batteria.

Album information

Title: Sousaphonix | Year Released: 2009 | Record Label: CAM Jazz


Comments

Tags


For the Love of Jazz
Get the Jazz Near You newsletter All About Jazz has been a pillar of jazz since 1995, championing it as an art form and, more importantly, supporting the musicians who create it. Our enduring commitment has made "AAJ" one of the most culturally important websites of its kind, read by hundreds of thousands of fans, musicians and industry figures every month.

You Can Help
To expand our coverage even further and develop new means to foster jazz discovery and connectivity we need your help. You can become a sustaining member for a modest $20 and in return, we'll immediately hide those pesky ads plus provide access to future articles for a full year. This winning combination will vastly improve your AAJ experience and allow us to vigorously build on the pioneering work we first started in 1995. So enjoy an ad-free AAJ experience and help us remain a positive beacon for jazz by making a donation today.

More

Popular

Get more of a good thing!

Our weekly newsletter highlights our top stories, our special offers, and upcoming jazz events near you.