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Rabih Abou-Khalil: Songs for Sad Women
ByBella la copertina, come quasi tutte le precedenti quindici della sua storia discografica, belli i “suoni”, come in quasi tutti i precedenti quindici lavori, intelligente la scelta dei musicisti che lo accompagnano, come quasi tutte le precedenti quindici volte, divertente ed irriverente l’humour che lo contraddistingue (specialmente nella scelta dei titoli), come in molti dei precedenti CD, furbo e architettato il mix che riesce da sempre a mischiare osmoticamente acque arabe, mediterranee ed occidentali tout-court.
Un’eclettica via al world jazz che è ormai un marchio di fabbrica, passato di moda diversi anni fa, ma che lui è riuscito bravamente a cavalcare dall’inizio degli anni Ottanta e a continuare a perseguire, quale atto di fede continua. Dopo le ultime “frequentazioni” mediterranee (vedi i Gabriele Mirabassi e i Gavino Murgia utilizzati con grande successo nelle penultime avventure), la guest star dell’occasione è Gevorg Dabaghyan, eccelso nome del duduk armeno, vero e proprio must contemporaneo delle terre una volta tradizionalmente “lontane”, già noto ai più attenti per avere incrociato i territori dei signori Garbarek e Kremer.
Una sorta di input al disco solo filosoficamente medievale, intelligentemente filtrato dal serpent dell’ormai vecchio compagno di viaggio Michel Godard. Forse più riflessivo di molti altri lavori, ma sostanzialmente non una delle cose migliori che la creatività e la prolifica arte compositiva di Abou-Khalil ci abbia donato. Sicuramente poco adatto agli ammiratori delle varie “Paranze” ritmiche contemporanee, è sicuramente da consigliare quale ascolto da sottofondo, per ricercati ambienti new “new-age”, ove relax e fragranze di oli essenziali deliziano menti e corpi stanchi. Utile musica settoriale che può continuare a piacere moltissimo o a farne preferire altra.
Personnel
Album information
Title: Songs For Sad Women | Year Released: 2007 | Record Label: World Village
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