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The Kandinsky Effect: Somnambulist

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The Kandinsky Effect: Somnambulist
Smanacciando in fondo al barile dei ricordi, molti "giovani recensori di mezza età" di questo lavoro, sentenziano che, comunque sia, trattasi di un gruppo e di un disco post-moderno.

Credo sia ormai un classico del quando non si trovino agganci essenziali o illuminanti neologismi, rispolverare un'aggettivazione che sembra ormai entrata nello standard delle penne moderne.

Se vi piace quello stile di recensione o avete una forma mentale ormai adattata a una certa tipologia di forma critica, va benissimo e potete continuare anche a leggere raffigurandovi e ipotizzando un disco "post moderno." E se, per divertirvi un po' di più, vi scrivessi che invece le filosofie di questo disco sono "pre-post moderne," quanto restereste spiazzati?

Va da sé che nel calderone di suoni inseriti in questo Somnambulist c'è veramente di tutto: echi rock, post punk, groove funky, sprazzi ambient, qualche pretenzioso accenno progressive, strutture jazzistiche ma, specialmente, profondi echi di quella particolare forma di fusion nata dopo il diluvio creato dalle contaminazioni -per certi versi squisitamente europee -che le cadenze rock hanno man mano diluito nelle forme più modernizzate di jazz elettrico. Ovviamente, per portare allo sbando la mente del recensore poco analitico e farlo optare per la citata scelta del "post moderno," non mancano implementazioni elettroniche. Propenderei per una scelta concretamente furba.

L'artefice del tutto (al terzo capitolo della propria storia) è un trio parigino-newyorkese, formatosi all'ombra della torre Eiffel, più o meno un lustro fa e che -fin dagli esordi -batte le strade concertistiche di ogni continente con successo forse non inaspettato. Dall'altra parte dell'oceano, un progetto riconosciuto come un efficace connubio che assomiglia da vicino a ciò che le orecchie dell'ascoltatore sgamato potrebbe sognare unendo insieme Joshua Redman, The Roots e Aphex Twin. Creativi, eclettici e un pizzico pretenziosi, i The Kandinsky Effect (non potevano chiamarsi altrimenti) sono sicuramente capaci di creare architetture radiali o, meglio, di "organizzare" il suono più che di proporlo.

Un "blend" in grado di amalgamare materiale atmosferico e di riuscire a servirlo con appropriata intelligenza. Abilità indubbia che va presa per quello che è. Non c'è da gridare al miracolo ma nemmeno di porre critiche negative. Questo trio lavora (bene) innanzitutto sul groove e sulla pulsione ritmica. Nessuna "rivelazione." Nessuna "rivoluzione." Solo un frutto "industriale" dei nostri tempi ma concepito talmente bene da travolgere senza fascinazione. Nessun free jazz, come invece qualcuno è arrivato a commentare. Nessun "intellettualismo" concettuale, come qualcun altro ha sentenziato. Bei nervi tesi e scoperti invece che, credo questi signori si divertano un bel po' a proporre dal vivo dove vanno evidentemente apprezzati in modo totale e più consono.

Difetti? Quelli classici di queste ambientazioni quando cioè tendono in fondo a far assomigliare i brani uno sull'altro anche se, coordinando il tutto e ovviamente dal vivo, le nuvole spariscono in un baleno. Sequenze urbane che potrebbero piacere agli adoratori di un certo Zorn rumorista ormai oggi raro; quello capace di frammentare e sezionare i suoni dei vari strumenti, disarticolandoli per farli riunire nel riff successivo. Brani secchi, brevi e concisi (la media è attorno ai quattro minuti): "Caffeina flessibile" vi piace come neologismo? Il pattern può essere quello. Sempre guidato da un sicuro suono di sax, da un basso "toccato" come una chitarra e da una base ritmica sempre martellante e spumeggiante. Uno di quei progetti capaci di far saltare i controlli e dal quale lasciarsi prendere e trascinare il piede mantenendo la testa ferma. Dinamica e spontanea metodologia spesso in uso dai mammiferi che chiamiamo volpi.

Il tutto, e non è notazione da sottovalutare, per quei santoni della Cuneiform che sembrano non sbagliare un colpo da anni.

Track Listing

Copalchi Distress Signal; Somnambulist; Petit Loup; Flips; Annabelle Chases a Bug; Trits; Koala; Chomsky; Taghzout; Sad Fly; Sunbathing Manatee; Muji.

Personnel

Warren Walker: sassofoni, effetti; Gaël Petrina: basso, effetti; Caleb Dolister: batteria, percussioni.

Album information

Title: Somnambulist | Year Released: 2015 | Record Label: Cuneiform Records

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