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Bill Callahan: Sometimes I Wish We Were an Eagle
ByCosa? Come dite? Vi fa schifo leggere una recensione così, interrotta da clacson e trombette?
Avete proprio ragione e in effetti è davvero fastidioso, no? Beh, diciamo che è più o meno la stessa sensazione che ha avuto il vostro recensore quando ha infilato nel lettore la copia promozionale di questo disco.
Mi scuseranno Bill Callahan e gli ottimi professionisti che lavorano per la promozione di questo disco in Italia [Promorama e Self], se colgo l'occasione per una rapida riflessione in proposito. Il punto è che quando - in tempi di crisi ormai irreversibile del supporto discografico tradizionale - un'etichetta cosiddetta "indie" e di nobile catalogo come la Drag City arriva alla paranoica e sistematica rovina di una copia promo di un disco per il solo timore che il truffaldino giornalista abbia come scopo principale quella di metterla anzitempo a disposizione degli avidi scaricatori di files, qualcosa, perdonatemi, non quadra.
Quando anche le mummificate major stanno abbandonando la persecuzione del file-sharing, quando il mercato del disco diventa sempre più un affare tra pochi intimi [e quindi, si presume, tra pochi intimi che questa musica la amano e la supportano], perché mai il vostro recensore - che ha ben altro da fare che non collezionare dischi o proporsi come pusher telematico - dovrebbe avere la voglia o riuscire a recensire un disco continuamente e volutamente disturbato da clacson e trombette?
Ormai ci sono addirittura agenzie specializzate nel monitoraggio del peer-to-peer per dare alle etichette un'idea della reale circolazione dei dischi, ma sono le stesse etichette che sembrano ogni giorno più lontane da una realtà che non può essere più quella - tra l'altro sempre più esigua e furba - dei geek 25/45enni ancora legati all'oggetto disco e a un'idea un po' romantica riguardo all'alterità della scena "indie" dal big business, quelli insomma per cui il medesimo cantautorato trito e ritrito è inascoltabile o mitico a seconda che il povero musicista sia estraneo o meno all'immaginario alternative.
Detto (POPI POPIIIIIII) questo, nulla di nuovo sotto il sole in questo lavoro dell'ex-Smog Bill Callahan: morbide canzoni che sembrano germogliare dalla gola di un Leonard Cohen amniotico, intimismo, ironia e una qualità melodica che fluttua nella gradevole incapacità di essere né memorabili né brutte. Forse i clacson potrebbero dare la sveglia a una scena sempre più appiattita e poco propositiva, forse nemmeno quelli. Buon ascol(SQUOOOOONK)!
Personnel
Album information
Title: Sometimes I Wish We Were an Eagle | Year Released: 2009 | Record Label: Drag City