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Benny Lackner Trio: Sign of the Times
ByIl Benny Lackner Trio, qui alla sua seconda prova discografica dopo l’apprezzato debutto di Not the Same, non possiede né la dirompente forza d’urto della formazione di Ethan Iverson né la convincente alchimia elettroacustica del trio di Esbjorn Svensson, ma piuttosto gioca le carte di una certa delicatezza di approccio al materiale sonoro sia esso l’hit delle pop chart, una composizione originale o uno standard del jazz.
Il risultato è assai piacevole senza essere stucchevole o manieristico, con l’alternarsi di brani veloci e brani medio-lenti, ritmi sincopati e oasi di meditata riflessività, attraverso un ventaglio di situazioni musicali collegate dal sottile filo rosso della semplicità. Piace l’incipit giocato tra contrabbasso e pianoforte di “Sign of the Times“ con la melodia ipnotica portata avanti da scabri accordi, così come il fantastico groove di “Dresden Blues“ con echi di jarrettiana memoria (quello dei primi Anni Settanta, per intenderci).
Anche la morbida interpretazione di “Soul Eyes“ e la spiritata versione di “Isobel“ meritano attenzione, ma è tutto il disco, significativamente aperto da Prince e chiuso da Gershwin, che si fa apprezzare per la freschezza e la modernità dimostrata dai tre giovani protagonisti.
Track Listing
Sign of the Times; Ballade; Dresden Blues; Sister Love; Feisty Beast; Soul Eyes; Rambo Sex Party; Isobel; How About You.
Personnel
Benny Lackner
pianoBenny Lackner: piano, Fender Rhodes, Nordelectro, Nordlead 2, Hohner Pianet; Derek Nievergelt: bass; Robert Perkins: drums.
Album information
Title: Sign of the Times | Year Released: 2006 | Record Label: Nagel Heyer Records
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