Olivier Le Goas & Trilog: Seven Ways

Infatti i tre musicisti impegnati in questo ottimo album hanno una personalità molto evidente, proprio a cominciare dal leader Le Goas, che li mette al riparo dalla tentazione di trasformare la fonte di ispirazione in tentativo di clonazione.

Olivier Le Goas scrive tutti i brani ad eccezione della conclusiva "Turn Out the Stars," celeberrimo e battutissimo brano di Bill Evans. Sono composizioni nelle quali si avverte nettamente l'impatto culturale del background europeo di questo gruppo, con riferimenti al seicento francese, al compositore organista tedesco del periodo barocco Erasmus Widmann, a Henri Purcell e a Maurice Ravel.

Anche se la fonte di ispirazione culturale torna indietro di parecchi secoli, l'approccio stilistico è decisamente contemporaneo e l'energia è quella metropolitana, con una elettricità che sa sprizzare da ogni poro di questa creatura compatta e coerente che lavora nel pieno rispetto dell'equilibrio.

In particolare il chitarrista Manu Codjia non ha alcun timore di mischiare gli stilemi del linguaggio jazzistico moderno, che sa spingersi quando serve anche verso escursioni in territorio free, con il suono sporco del rock. Il sax di Mascart è preciso, calibrato e autorevole. Capace di raccontare una storia e di legare elegantemente con corrette scelte timbriche il lavoro ritmico dei suoi due partner. Olivier Le Goas è flessibile come un giunco, attento a non lasciarsi scappare ogni istanza di possibile colorazione del ritmo.

È una musica delicata ma piena di impeto, guidata dalla passione e dalla memoria, capace di gestire perfettamente le dinamiche, elastica e nervosa, piena di curiosità per la sintesi dei linguaggi, sostenuta dalla eccellente perizia tecnica dei tre protagonisti.

Comments