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Harris Eisenstadt: September Trio

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Settembre è il mese in cui la luce accecante dell'estate incomincia a smorzare i toni, in attesa della magia di colori che solo l'autunno è in grado di creare, è il mese in cui i contorni del mondo reale diventano più morbidi, meno netti, e una leggera malinconia incomincia ad insinuarsi in ciascuno di noi. Denominare September Trio il proprio gruppo può suonare perciò come una vera e propria dichiarazione d'intenti.

E se a farlo sono tre tra i musicisti più interessanti della scena nordamericana beh, il risultato non può essere meno che interessante. In effetti September Trio, il CD ha lo stesso nome della band, è un gran bell'album. Ennesima formazione emersa dalla mente fervida e aperta dell'ancor giovane leader - nato a Toronto nel 1975 - il September Trio rivela l'animo più intimista e riflessivo di Harris Eisenstadt, autore di tutte e sette le composizioni.

Che sono leggere come piume ma non impalpabili, con qualche riferimento alla tradizione del jazz e del blues ma talmente aperte da consentire evoluzioni imprevedibili e impreviste dettate dalla sensibilità dei musicisti e dalla loro capacità di sfruttare spazi per libere improvvisazioni dal taglio minimalista. Il leader tesse una trama di impulsi ritmici di rara efficacia e dolcezza in dialogo continuo con il resto del trio.

Ellery Eskelin rivela in questo contesto una classicità senza formalismi, una voce calda e profonda che suona free nel senso di libertà di pensiero e acutezza di vedute. Il pianismo sobrio di Angelica Sanchez - che conferma appieno tutte le doti messe in mostra nello splendido A Little House, sempre per la Clean Feed - crea frequenti dissonanze al clima a tratti malinconico dell'incisione e diventa elemento decisivo pere i perfetti equilibri del September Trio. Che l'autunno aspetti...


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