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Seamus Blake & Terzetto Abusivo
Seamus Blake e Terzetto Abusivo
Dietro Le Quinte
Le Sieci (Firenze)
22.4.2019
Nel corso di un tour "pasquale" attraverso l'Italia, è approdato anche in prossimità di Firenze il tenorsassofonista Seamus Blake con il Terzetto Abusivo, ovvero il pianista Alfonso Santimone, il contrabbassista Danilo Gallo e il batterista Enzo Zirilli.
La formazione nasce dall'incontro a Londra tra Blake e Zirilli (che nella capitale inglese risiede per gran parte del tempo), i cui brillanti esiti hanno spinto il batterista a riesumare l'antica collaborazione con Santimone e Gallo (il terzetto era "abusivo" perché suonava quando libero dagli impegni come ritmica di altre formazioni...) per valorizzare l'intesa trovata con il sassofonista. La formazione è ai suoi primi concerti, nei quali sta ancora sperimentando un repertorio, mutandolo di serata in serata anche in considerazione del contesto in cui si viene a trovare: in questo caso ha messo in scena un jazz moderno che ha mescolato brani scritti dai membri del gruppo e classici del jazz, da Monk a Zawinul passando per Coltrane, ma certo è parsa molto interessante per qualità delle individualità e per il modo di affrontare il materiale proposto.
Riguardo alle prime, è ovviamente doveroso iniziare da Blake: nato a Londra, cresciuto in Canada e rivelatosi sulla scena newyorchese, è musicista eclettico e ha collaborato con molteplici artisti di primo piano -suona, e perfino canta, anche in gruppi rock. Allo strumento mostra un suono cangiante ma profondo e potente, esprimendosi in modo tanto personale, quanto efficace nelle più diverse situazioni. Tutto sembra riuscirgli con estrema facilità: il fraseggio raffinato, astratto e delicato; la suadente narrazione delle linee melodiche; l'espressione coinvolgente del suono più poderoso. E molte delle frecce di cui dispone per il suo arco ha potuto utilizzarle nel corso di una serata che ha proposto come detto brani anche molto diversi, la cui distanza potrebbe essere emblematicamente rappresentata da un brano originale di Danilo Gallo, bellissimo nella sua pacata e raffinata astrattezza, e dal conclusivo brano, marcatamente soul.
Ma i tre musicisti italiani non hanno certo fatto solo da accompagnatori: forti dell'antica intesa e delle indiscusse qualità individuali, hanno offerto motivi di interesse non meno dell'ospite. In particolare è spiccato Santimone, parso in perfetta sintonia con Blake grazie alla non minore varietà di scenari evocati alla tastiera: dal pianismo degli albori al blues, dall'astrattismo contemporaneo alle percussioni monkiano-tayloriane, ha mostrato una grande varietà di stilemi, mai per esibizione ma sempre per offrire letture originali del repertorio -mascherando in tal modo anche il fatto di star suonando un pianoforte verticale di discutibile qualità. Ed eccellente anche la ritmica, sia nella perfetta interazione con il piano, sia negli interventi solistici -pochi sia per Gallo, sia per Zirilli, ma per entrambi sempre coinvolgenti, il primo grazie alla profondità del suono, il secondo per il dinamismo e la varietà ritmica.
Complessivamente un concerto non solo ricco di dettagli preziosi, ma anche molto godibile, come ha dimostrato la reazione del pubblico che gremiva la sala e che non era composto da meri appassionati di jazz: lo spazio, infatti, è solito ospitare più spesso musica pop e rock, e ha un proprio pubblico che non solo è intervenuto (costituiva infatti la maggioranza dei presenti), ma ha anche molto gradito, applaudendo, chiedendo bis e complimentandosi di persona con i musicisti nel rinfresco post concerto. Una cosa non così frequente, che va a merito del lavoro svolto dall'associazione culturale che cura l'organizzazione.
Dietro Le Quinte
Le Sieci (Firenze)
22.4.2019
Nel corso di un tour "pasquale" attraverso l'Italia, è approdato anche in prossimità di Firenze il tenorsassofonista Seamus Blake con il Terzetto Abusivo, ovvero il pianista Alfonso Santimone, il contrabbassista Danilo Gallo e il batterista Enzo Zirilli.
La formazione nasce dall'incontro a Londra tra Blake e Zirilli (che nella capitale inglese risiede per gran parte del tempo), i cui brillanti esiti hanno spinto il batterista a riesumare l'antica collaborazione con Santimone e Gallo (il terzetto era "abusivo" perché suonava quando libero dagli impegni come ritmica di altre formazioni...) per valorizzare l'intesa trovata con il sassofonista. La formazione è ai suoi primi concerti, nei quali sta ancora sperimentando un repertorio, mutandolo di serata in serata anche in considerazione del contesto in cui si viene a trovare: in questo caso ha messo in scena un jazz moderno che ha mescolato brani scritti dai membri del gruppo e classici del jazz, da Monk a Zawinul passando per Coltrane, ma certo è parsa molto interessante per qualità delle individualità e per il modo di affrontare il materiale proposto.
Riguardo alle prime, è ovviamente doveroso iniziare da Blake: nato a Londra, cresciuto in Canada e rivelatosi sulla scena newyorchese, è musicista eclettico e ha collaborato con molteplici artisti di primo piano -suona, e perfino canta, anche in gruppi rock. Allo strumento mostra un suono cangiante ma profondo e potente, esprimendosi in modo tanto personale, quanto efficace nelle più diverse situazioni. Tutto sembra riuscirgli con estrema facilità: il fraseggio raffinato, astratto e delicato; la suadente narrazione delle linee melodiche; l'espressione coinvolgente del suono più poderoso. E molte delle frecce di cui dispone per il suo arco ha potuto utilizzarle nel corso di una serata che ha proposto come detto brani anche molto diversi, la cui distanza potrebbe essere emblematicamente rappresentata da un brano originale di Danilo Gallo, bellissimo nella sua pacata e raffinata astrattezza, e dal conclusivo brano, marcatamente soul.
Ma i tre musicisti italiani non hanno certo fatto solo da accompagnatori: forti dell'antica intesa e delle indiscusse qualità individuali, hanno offerto motivi di interesse non meno dell'ospite. In particolare è spiccato Santimone, parso in perfetta sintonia con Blake grazie alla non minore varietà di scenari evocati alla tastiera: dal pianismo degli albori al blues, dall'astrattismo contemporaneo alle percussioni monkiano-tayloriane, ha mostrato una grande varietà di stilemi, mai per esibizione ma sempre per offrire letture originali del repertorio -mascherando in tal modo anche il fatto di star suonando un pianoforte verticale di discutibile qualità. Ed eccellente anche la ritmica, sia nella perfetta interazione con il piano, sia negli interventi solistici -pochi sia per Gallo, sia per Zirilli, ma per entrambi sempre coinvolgenti, il primo grazie alla profondità del suono, il secondo per il dinamismo e la varietà ritmica.
Complessivamente un concerto non solo ricco di dettagli preziosi, ma anche molto godibile, come ha dimostrato la reazione del pubblico che gremiva la sala e che non era composto da meri appassionati di jazz: lo spazio, infatti, è solito ospitare più spesso musica pop e rock, e ha un proprio pubblico che non solo è intervenuto (costituiva infatti la maggioranza dei presenti), ma ha anche molto gradito, applaudendo, chiedendo bis e complimentandosi di persona con i musicisti nel rinfresco post concerto. Una cosa non così frequente, che va a merito del lavoro svolto dall'associazione culturale che cura l'organizzazione.
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About Seamus Blake
Instrument: Saxophone, tenor
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