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Rodrigo Pinheiro

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01. Nate Wooley - Paul Lytton - Creak Above 33 (PSI - 2010).

Sono stato fortunato ad assistere ad un loro incredibile concerto l'anno passato a Lisbona. Comprai questo disco subito dopo. Ciò che sorprende di più nell'album sono i dettagli microscopici e sottili, l'interplay e una strana deliziosa musica dall'inizio alla fine.

02. Benoît Delbecq - Circles and Calligrams (Songlines - 2010).

Conoscevo la musica di Delbecq da un precedente album solo, Nu-Turn. Il modo in cui prepara il piano conferisce alla musica un tono caldo e scuro che risuona in tutta la sua musica. Mi piace come usa un sacco di complessi poliritmi che alimentano una atmosfera dinamica e fluida. Un album stimolante e piacevole.

03. Akira Sakata + Jim O'Rourke With Chikamorachi - And That's the Story of Jazz... (Family Vineyard - 2011).

Akira è uno dei miei sassofonisti preferiti. Ricordo la prima volta che ascoltai Chiasma, dell'Yosuke Yamashita Trio, fui letteralmente rapito dall'ultra veloce ed energetico sax di Akira. In questo album dal vivo si trova la stessa energia ad alto voltaggio in contrasto con altre parti più contemplative.

04. Fire + Jim O'Rourke - Unreleased (Rune Grammofon - 2011).

Seguo la musica di Mats Gustafsson sin dai tempi di Gush con Sten Sandell e Raymond Strid. Questo album è qualcosa di differente dal Mats caotico ed esplosivo a cui sono abituato. Qui la musica è maggiormente controllata benché la tensione raggiunga vette altissime. Johan Berthling e Andreas Weerliin costruiscono strutture ripetitive e oscure che ti accompagnano in uno stato di trance, lasciando Gustafsson e O'Rourke creare una musica ossessiva, densa e misteriosa.

05. Lasse Marhaug + Nils Asheim - Grand Mutation (Touch - 2007).

Un organo, un computer e una cattedrale. I due strumenti, quello vecchio e quello nuovo, si fondono perfettamente creando musica dai colori luminosi con atmosfere eteree. Album incredibile!

06. Nils Ostendorf + Philip Zoubek + Philippe Lauzier - Subsurface (Schraum - 2010).

Ho scoperto recentemente la musica di Philip Zoubek. Mi piace il modo in cui usa la parte interna del piano miscelando tecniche di piano preparato alla John Cage e il concetto di hyperpiano di Denman Maroney. In questo album è supportato da due strumenti a fiato. I tre musicisti utilizzano un vasto campionario di tecniche estese creando musica dal suono organico con una vastissima escursione dinamica.

07. Otomo Yoshihide's New Jazz Orchestra - Out to Lunch (Doubtmusic - 2005).

Out to Lunch di Eric Dolphy è in assoluto uno dei miei album preferiti. La versione di Otomo tiene fede all'originale ma l'ensemble, soprattutto grazie al contributo di musicisti come Schiko M (sine wave, contact mic), Nakamura Toshimaru (no-input mixing board), Unami Taku (computer) e Cor Fuhler (piano preparato) espande la musica verso orizzonti affascinanti. Il contrasto tra le improvvisazioni caotiche e i brani di Dolphy funziona perfettamente.

08. Sinawi Ensemble - Sinawi music of Korea (World Music Librady - 1993).

Recentemente ho assistito a Why Has Bodhi-Dharma Left for the East? di Kyun Bae e c'era una scena nella quale un piccolo ensemble che suonava musica coreana tradizionale mi ha particolarmente impressionato. Dopo qualche ricerca ho trovato questo album di musica altamente drammatica. Il gruppo è composto da tre sezioni: quella ritmica, diversi strumenti a fiato e una voce femminile, ciascuna indipendente dall'altra, con ampio uso di polifonie e improvvisazione. Musica incredibile!

09. Nobuyasu Furuya Trio - Bendowa (Clean Feed - 2009).

Un grande album di tre amici. Suono con Hernani e Gabriel nel RED Trio e con Nobu nel suo quintetto. Quello che mi piace di più in questo album è l' essenzialità, il controllo della tensione e una aggressività latente che lo attraversa per intero. Il nuovo free jazz è vivo!

10. AMM + John Butcher - Trinity (Matchless Recordings - 2008).

Ciò che mi sorprende in questo album è che nonostante la presenza di paesaggi sonori rilassati (talvolta non proprio così rilassati) si avverte costante l'onnipresenza del silenzio.

Foto di Nuno Martins.


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