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Roberto Gatto Perfect Trio

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Pinocchio Live Jazz
Firenze
22.02.2014

Poteva non essere scontato che l'incontro tra un batterista come Roberto Gatto—veterano del jazz nostrano, ben piantato nella tradizione ancorché aperto a molteplici esperienze—e un musicista inquieto e sperimentatore come Alfonso Santimone potesse avere esiti indiscutibilmente positivi, essendo la diversità tra i due piuttosto marcata. Viceversa, il concerto sul palco del Pinocchio Live Jazz e nel quale faceva da medio Pierpaolo Ranieri al basso elettrico, ha convinto oltre tutte le previsioni.

Il segreto della eccellente performance è parso essere da un lato una sostanziale libertà nella costruzione "in diretta" del repertorio, che attingeva anche a temi tratti dalla tradizione ma senza schemi predeterminati, dall'altro un mix equilibratissimo tra quella medesima tradizione e una sperimentazione che includeva l'uso dell'elettronica, in alcuni casi—come sovente fa Santimone—anche piuttosto radicale nelle modalità.

Questa varietà comunque ben amalgamata in una cifra personale la si è percepita fin dall'apertura, con un brano dal sapore vagamente latin, ma ricco di reiterazionì e atmosfere elettriche sospese, seguito poi da un originalissimo Monk tutto swing. Poi, pezzi dalla grande intensità dinamica, nei quali Santimone passava con naturalezza dalle tastiere al piano, oltretutto "guastandone" il suono attraverso il filtro dell'elettronica, in un modo che può forse aver disturbato i puristi, ma che recava con se una potente carica creativa.

Nel corso del lungo programma (condotto con orgoglio in contemporanea al festival di Sanremo...), si sono susseguiti brani di varia provenienza, tra i quali un rarefatto "Mood" di Ron Carter, con il piano protagonista screziato dai suoni eterei del laptop, altri Monk, Henry Mancini e, come bis, una "Prelude to a Kiss" suonata lentissimamente e cesellata con preziosità dal piano.

In realtà la musica era fondamentalmente improvvisata e le tracce tematiche, tranne qualche caso, emergevano dal flusso sonoro quasi spontaneamente. Prevalentemente ritmico il contributo del basso di Ranieri, elementare ma efficace nella maggior parte dei passaggi, maggiormente creativo in presenza dell'elettronica. Decisamente più importante, invece, l'apporto di Gatto, per l'intensità propulsiva e la varietà dei suoni. Ma il principale protagonista è parso indubitabilmente Santimone, maiuscolo al piano e anarchicamente geniale all'elettronica.

Concerto complessivamente non solo interessante per originalità, ma anche coinvolgente per atmosfere e suoni, nonché di ascolto gradevolissimo.

Foto (di repertorio)
Andrea Rotili.

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