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Rob Mazurek Land of Spirals al Novara Jazz
Rob Mazurek Land of Spirals
Novara Jazz 2016
Museo Etnografico di Tornaco
27.05.2016
L'idea di Enrico Bettinello, commissionata da Novara Jazz in collaborazione con AngelicA -Festival Internazionale di Musica, è di quelle intriganti. Riunire per alcuni giorni di residenza gomito a gomito, a stretto contatto fisico e di idee, alcuni musicisti italiani di grande talento e dalla mente aperta con una figura tra le più significative, apprezzate e carismatiche del panorama internazionale, quale è Rob Mazurek. Niente di preconfezionato, di posticcio, di modaiolo, termini banditi dal vocabolario del gruppo, ma un progetto vero, meditato, costruito passo dopo passo e concretizzatosi in due concerti di straordinaria bellezza e intensità.
La musica di Land of Spirals è stata pensata e scritta da Mazurek appositamente per questo organico e i risultati sono negli occhi e nelle orecchie di chi ha avuto la fortuna di assistere alle loro esibizioni. Nella suggestiva cornice rurale del Museo Etnografico di Tornaco, dove il tempo sembra essersi fermato, tutt'altro che immobile si rivela la musica dell'ensemble. Mazurek è uno dei pochi musicisti attuali ad avere una reale "vision" musicale, che non è solo assimilazione e rielaborazione di influenze varie -l'iniziale hard bop, il new free di Chicago, la scena creativa brasiliana di San Paolo, le esperienze orchestrali, l'incontro con l'elettronica per citarne alcune -ma una loro evoluzione/espansione operata all'interno del canone della musica afroamericana.
Con una sorta di "conduction" per niente enfatica, giocata su pochi cenni ed economia di gesti, Mazurek porta a vari gradi di ebollizione l'ensemble, in grado di giocare su una gamma infinita di colorazioni tra stop and go, momenti di intensa liricità, esplosioni free, contagiose melodie. Le composizioni sono al solito meravigliose nel loro incedere circolare, in una sorta di loop che riconduce ad armoniose cadenze le diverse direzioni impresse all'andamento dei brani. Nonostante alcuni interventi solistici davvero pregevoli, è il suono di insieme che colpisce, che ammalia l'ascoltatore e lo accompagna in un viaggio musicale che si vorrebbe senza fine.
Un plauso naturalmente agli splendidi interpreti di questa musica. Bernardo Guerra alla batteria è propellente inesauribile, Luca Pissavini al contrabbasso assicura pulsazione vigorosa con il pizzicato e argute escursioni timbriche con l'archetto. Il vibrafono di Pasquale Mirra è il vero e proprio collante del gruppo, la chitarra di Simone Massaron (benché penalizzato da qualche problema di amplificazione) funge da inventivo battitore libero. Il trombone di Tony Cattano coniuga tradizione e sperimentazione, Francesco Chiapperini al clarinetto basso e sax alto, Alberto Collodel ai clarinetti sono le ance che qualunque organico vorrebbe presentare per potenza, ricchezza espressiva e fantasia esecutiva. E naturalmente la cornetta del leader, ponte idealmente sospeso tra passato, presente e futuro.
Chapeau!
Foto
Luciano Rossetti.
Novara Jazz 2016
Museo Etnografico di Tornaco
27.05.2016
L'idea di Enrico Bettinello, commissionata da Novara Jazz in collaborazione con AngelicA -Festival Internazionale di Musica, è di quelle intriganti. Riunire per alcuni giorni di residenza gomito a gomito, a stretto contatto fisico e di idee, alcuni musicisti italiani di grande talento e dalla mente aperta con una figura tra le più significative, apprezzate e carismatiche del panorama internazionale, quale è Rob Mazurek. Niente di preconfezionato, di posticcio, di modaiolo, termini banditi dal vocabolario del gruppo, ma un progetto vero, meditato, costruito passo dopo passo e concretizzatosi in due concerti di straordinaria bellezza e intensità.
La musica di Land of Spirals è stata pensata e scritta da Mazurek appositamente per questo organico e i risultati sono negli occhi e nelle orecchie di chi ha avuto la fortuna di assistere alle loro esibizioni. Nella suggestiva cornice rurale del Museo Etnografico di Tornaco, dove il tempo sembra essersi fermato, tutt'altro che immobile si rivela la musica dell'ensemble. Mazurek è uno dei pochi musicisti attuali ad avere una reale "vision" musicale, che non è solo assimilazione e rielaborazione di influenze varie -l'iniziale hard bop, il new free di Chicago, la scena creativa brasiliana di San Paolo, le esperienze orchestrali, l'incontro con l'elettronica per citarne alcune -ma una loro evoluzione/espansione operata all'interno del canone della musica afroamericana.
Con una sorta di "conduction" per niente enfatica, giocata su pochi cenni ed economia di gesti, Mazurek porta a vari gradi di ebollizione l'ensemble, in grado di giocare su una gamma infinita di colorazioni tra stop and go, momenti di intensa liricità, esplosioni free, contagiose melodie. Le composizioni sono al solito meravigliose nel loro incedere circolare, in una sorta di loop che riconduce ad armoniose cadenze le diverse direzioni impresse all'andamento dei brani. Nonostante alcuni interventi solistici davvero pregevoli, è il suono di insieme che colpisce, che ammalia l'ascoltatore e lo accompagna in un viaggio musicale che si vorrebbe senza fine.
Un plauso naturalmente agli splendidi interpreti di questa musica. Bernardo Guerra alla batteria è propellente inesauribile, Luca Pissavini al contrabbasso assicura pulsazione vigorosa con il pizzicato e argute escursioni timbriche con l'archetto. Il vibrafono di Pasquale Mirra è il vero e proprio collante del gruppo, la chitarra di Simone Massaron (benché penalizzato da qualche problema di amplificazione) funge da inventivo battitore libero. Il trombone di Tony Cattano coniuga tradizione e sperimentazione, Francesco Chiapperini al clarinetto basso e sax alto, Alberto Collodel ai clarinetti sono le ance che qualunque organico vorrebbe presentare per potenza, ricchezza espressiva e fantasia esecutiva. E naturalmente la cornetta del leader, ponte idealmente sospeso tra passato, presente e futuro.
Chapeau!
Foto
Luciano Rossetti.
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