Joe Rosenberg Ensemble: Resolution

Inizia come una sorta di orazione funebre, toni gravi dominanti, una litania segnata dal sax del leader, con il violoncello a marcare alcune piccole deviazioni e minime dissonanze. Sono i primi tre brani, in pratica una mini suite, che aprono le meditazioni musicali del Joe Rosenberg Ensemble. Quasi un rito sciamanico per preparare la mente alle successive improvvisazioni più legate ad un concezione eurocolta della musica, con una maggior peso specifico del pianoforte.

Gli strumenti cercano sintonie intersecandosi tra loro prima a scartamento ridotto con essenzialità geometrica poi aumentando l'intensità con energia contagiosa. L'alternarsi di queste situazioni crea un climax di grande energia e dinamicità pur in un ambito di pieno controllo esecutivo.

Poi, inaspettata, arriva "Blue Jay Way," sì proprio quella dei Beatles! Ma la composizione di George Harrison periodo psichedelico di Magical Mystery Tour ben si presta al violoncello di Didier Petit e al sax di Rosenberg, inventivi nel virare l'atmosfera meditativa del brano in immagini nervose, a tratti schizofreniche, che l'intervento finale del pianoforte carica di un forte impatto immaginifico.

Chiusura in grande stile con "Resolution" di John Coltrane, esecuzione intensa e senza fronzoli, con l'afflato spirituale dell'originale convogliato in rigore organizzativo e compattezza d'esecuzione e con l'intero organico che si muove sul terreno di uno scambio osmotico di umori e di sensazioni.

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