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Rich Halley Quartet: Requiem for a Pit Viper
BySi tratta di un'opera con i piedi ben piantati nella cultura afroamericana, di cui vengono evocate alcune delle manifestazioni più dirompenti e significative. Il gruppo, infatti, passa attraverso situazioni differenti e canoni espressivi variegati, attingendo tanto al blues rurale quanto alla new thing, tanto allo spiritual quanto al funk. In questo senso, il tributo alla filosofia di Ornette Coleman, specie quella dei quartetti dell'inizio degli anni '60, è enorme. Si potrebbe anzi dire che è proprio la passione di Halley e degli altri per quella prima fase del free a fungere da elemento unificante del disco.
L'ascolto rivela un suono grezzo e senza molti fronzoli, quasi garage.
Su tutto, spicca il fraseggio di Halley, lirico e teso, anche se gli idoli sassofonistici del tenorista, Ayler, Trane, Webster, si sentono ancora e lasciano poco spazio a qualche istanza di completa originalità. Rimane impresso anche lo stile di Vlatkovich: asciutto, elementare, fatto di poche note, ripetute ossessivamente. Halley jr per ora non convince: impreciso nei passaggi e solisticamente acerbo, sembra però trovarsi a suo agio quando deve spingere dei groove semplici e pesanti, da batterista rock ("Snippet Stop Warp").
Pare inoltre che il gruppo debba ancora sviluppare un affiatamento accettabile, soprattutto nell'esposizione dei temi, spesso sommaria e sgranata: limite che appare ancora più evidente quando i temi vengono ripresi, all'uscita dalle improvvisazioni. Interessante, al contrario, lo swing eccentrico e sghembo generato dal duo Reed-Halley jr: ancora la lezione Ornettiana, appunto.
Tra i punti di forza di questo CD il bellissimo blues di "Maj," una serie di temi ben scritti, come "Requiem for a Pit Viper" e, in generale, il solismo convincente di Rich Halley. Requiem for a Pit Viper presenta comunque diversi lati deboli, tra i quali, non ultime, le note di copertina che accompagnano il disco, decisamente autocelebrative.
Se il gruppo saprà emanciparsi dall'omaggio pedissequo alla tradizione e, pur in quel filone espressivo assolutamente meritorio, ritagliarsi una propria personale voce, potrà imporsi in futuro con sicura autorevolezza.
Track Listing
Requiem for a Pit Viper; Snippet Stop Warp; View from the Underpass; Circumambulation; Purple and Gray; Maj; Wake Up Line; Squeaker; Subterranean Strut; Afternoon in June.
Personnel
Rich Halley
saxophone, tenorRich Halley: tenor saxophone, percussion; Michael Vlatkovich: trombone, percussion, squeak toys; Clyde Reed; bass; Carson Halley: drums, percussion.
Album information
Title: Requiem For A Pit Viper | Year Released: 2011 | Record Label: Pine Eagle Records
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About Rich Halley
Instrument: Saxophone, tenor
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