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Charles Lloyd: Quartets

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Charles Lloyd: Quartets
Gli anni sessanta sono stati quelli di un quartetto formidabile - l'album Forest Flower registrato dal vivo al Monterey Jazz Festival del 1966 fu tra i primi a raggiungere il milione di copie vendute - che avrebbe fatto conoscere in Europa un giovane pianista di nome Keith Jarrett. Gli anni settanta lo vedono dapprima abbandonare la musica e dedicarsi alla meditazione trascendentale, complice la scomparsa della madre, poi pubblicare sporadicamente qualche album, con il Beach Boys Mike Love, in territori assai lontani dal jazz.

Agli inizi anni ottanta l'incontro con il diciottenne Michel Petrucciani lo riporta sui sentieri del jazz mentre al termine di quel decennio - 1989 per la precisione - inizia il sodalizio con il pianista Bobo Stenson e soprattutto la sua avventura, tuttora in corso, con l'etichetta bavarese ECM. Stiamo parlando naturalmente del sassofonista e compositore statunitense Charles Lloyd e questo cofanetto, presentato in una elegante e sobria edizione cartonata, testimonia le prime cinque registrazioni presso il prestigioso Rainbow Studio di Oslo per la label di Manfred Eicher. Al fianco del sassofonista statunitense una sezione ritmica scandinava di superbo livello che vede in Bobo Stenson unico punto fermo e imprescindibile delle cinque registrazioni.

Proprio il pianista svedese risulta la chiave di lettura della nuova direzione artistica di Lloyd. Cresciuto con gli insegnamenti di Werner Wolf Glaser, allievo di Hindemith, Stenson non si limita a cesellare, sostenere o replicare le frasi del sassofonista ma utilizza profondità armonica e rigore stilistico per creare il coté più stimolante alle idee del leader. Fish Out of Water, si diceva, è del 1989 e Lloyd sorprende nuovamente. Il lirismo caldo e avvolgente del suo sax, il tono quasi dimesso, sussurrato ma dotato di smisurata forza evocativa va dritto al cuore e fa vibrare le corde più intime dell'anima. Il silenzio e lo spazio, mai così forieri di una nuova vitalità che sta per tracimare e così ben catturati da Eicher, giocano un ruolo fondamentale al pari delle sortite pianistiche di Stenson, in grado di imprimere direzioni impreviste nei momenti di pericoloso souplesse. Non tutto l'album suona sul medesimo livello e con la stessa intensità, complice una eccessiva placidità esecutiva che può sfiorare la monotonia, ma i segnali di una ritrovata vena artistica del nostro ci sono, eccome.

Due anni dopo esce Notes from Big Sur. Che inizia dove Fish Out of Water era terminato, due ballad che scorrono tranquille ed eleganti senza apparenti novità rispetto al disco precedente. Queste arrivano, in punta di piedi, con le due parti di "Pilgrimage to The Mountain" e con "Takur" composizioni nelle quali astrazione e minimalismo esecutivo si combinano con una palpabile tensione spirituale, declinata in una vena coltraniana nell'intenso "When Miss Jessye Sings".

The Call viene registrato nel 1993 e non palesa sostanziali cambiamenti, se non nella lunghezza del disco - quasi ottanta minuti, che non giovano certamente vista l'eccessiva omogeneità delle composizioni - e nel conclusivo "Brother on the Rooftop". In questo brano di dodici minuti Lloyd e Billy Hart dialogano solitari, uscendo dalle atmosfere a forte carica spirituale dell'album per liberare una forza improvvisativa meno scontata e carica di imprevedibili soluzioni.

Carica improvvisativa e imprevidibilità che sembrano confluire e amplificarsi in All My Relations, l'album del lotto meno aderente alla cosiddetta estetica ECM. In questa registrazione del 1995 Lloyd abbandona l'aura mistica ed il timbro vellutato dei precedenti lavori per recuperare un'esuberanza esecutiva ed una ricchezza compositiva che sembrava sopita. Acquista vigore anche la componente ritmica sotto la spinta sapiente di Hart, maestro nel combinare la matrice africana con eleganti scansioni più legate al linguaggio jazzistico. Entusiasmano l'iniziale, boppistico "Piercing the Veil," diversi momenti della lunga "Cape to Cairo Suite (Hommage to Mandela)," con i suoi continui cambi di prospettiva, e la title track infiammata dal lungo dialogo introduttivo tra sax e batteria. Gran album, il più aderente del lotto al linguaggio jazzistico.

Canto, del 1997, è il capitolo conclusivo di questo quartetto e del sodalizio con Stenson. Tre dei sette brani sono intorno ai quindici minuti e racchiudano le diverse tensioni da sempre presenti nella visione artistica del nostro. Vi si ritrovano piena maturità espressiva, empatia al massimo livello tra i componenti del gruppo, sintesi riuscita tra spiritualità, energia, libertà espressiva, meditazione, sguardo verso l'Oriente, con l'eredità di Coltrane che affiora qua e là. Canto è l'epilogo di una storia che di li a poco cambierà protagonisti e direzione musicale, ma non il rapporto privilegiato con l'etichetta di Manfred Eicher.

Track Listing

CD1 (Fish Out of Water): Fish Out of Water; Haghia Sophia; The Dirge; Bharati; Eyes of Love; Mirror; Tellaro. CD2 (Notes from Big Sur): Requiem; Sister; Pilgrimage to the Mountain - Part 1, Persevere; Sam Song; Takur; Monk in Paris; When Miss Jessye Sings; Pilgrimage to the Mountain - Part 2, Surrender. CD3 (The Call): Nocturne; Song; Dwiija; Glimpse; Imke; Amarma; Figure in Blue, Memories of Duke; The Blessing; Brother on the Rooftop. CD4 (All My Relations): Piercing the Veil; Little Peace; Thelonious Theonlyus; Cape to Cairo Suite (Hommage to Mandela); Evanstide, Where Lotus Bloom; All My Relations; Hymn to the Mother; Milarepa. CD5 (Canto): Tales of Rumi; How Can I Tell You; Desolation Sound; Canto; Nachiketa's Lament; M; Durga Durga.

Personnel

Charles Lloyd
saxophone

Charles Lloyd: tenor saxophone, flute (CD1, CD4), Chinese oboe (CD4), Tibetan oboe (CD5); Bobo Stenson: piano; Palle Danielsson: double bass (CD1); Jon Christensen: drums (CD1); Anders Jormin: double bass (CD2-5); Ralph Peterson: drums (CD2); Billy Hart: drums (CD3-5).

Album information

Title: Quartets | Year Released: 2013 | Record Label: ECM Records

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