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Matthias Tschopp Quartet: Plays Mirò
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La storia della musica annovera un discreto numero di esempi di compositori che si sono ispirati a opere pittoriche per tradurre in suoni le suggestioni evocate da quadri e disegni più o meno celebri. Quadri di un'esposizione di Modest Mussorgsky è la suite sicuramente la più famosa. Anche il mondo del jazz contemporaneo europeo ha in tempi recentissimi dato prova di voler esprimere in suoni le immagini rivoluzionarie del modernismo clasico del pittore catalano Joan Mirò.
Amabee, profili cellulari, repertori curvilinei carichi di rientranze ed escrescenze, di tumefazioni ed espansioni bulbari, sono i soggetti che il Matthias Tschopp Quartet interpreta in un bel disco intitolato appunto Plays Mirò. Il repertorio pittorico preso in esame dal compositore e baritonista svizzero Tschopp si concentra su nove opere dell'artista catalano. Ogni brano legge, traduce e avvolge in un perimetro di musica i quadri del pittore spagnolo.
L'esperienza d'ascolto, già di per sé appagante e dignitosamente autoreferenziale, si carica di ulteriore valenza estetizzante se la si consuma avendo negli occhi le opere di Mirò che quei suoni hanno condizionato. Nella loro surreale bellezza le figure sembrano animarsi, addirittura danzare a tempo di musica, oppure galleggiare nello spazio, come capita ad un uccello e un insetto che in "Bird, Insect, Constellation" vagano nel cosmo accompagnati da una melodia baritonale dai tratti ampi e melodici, immersa in un'atmosfera d'attesa e di vuoto con pochi ed essenziali suoni: un onrico brano molto prossimo ad atteggiamenti free.
In "Skiing Lesson" la ciclicità della composizione, che gira intorno a due frasi variate, consente ai musicisti di emanciparsi dal tema, al punto di spingersi ai limiti estremi di una improvvisazione asimmetrica che tocca molti gradi cromatici, perfino frasi pianistiche tipicamente mainstream.
"Woman" asseconda le movenze di danza che l'immagine del quadro di Mirò del 1976 evoca. Tschopp carica quella figura di donna di una sognante sensualità predisponendo un sound molto black, ricco di accelerazzioni e decellerazioni e fortemente impregnato di blues feeling.
Non sono assenti ballad, come la gentile "Self-Portrait," ispirato all'autoritratto dell'artista del 1937-38, o "Landscape at Night" -quadro dominato da un rosso vivoche nelle armonie pianistiche echeggia chiaramente colori ispanici.
Chiude l'album "Silence," un brano basato su un tema soffice e carico di eterea tenerezza evocativa.
Plays Mirò è un disco pregevole. Ascoltare il progetto dal vivo, con le immagini dei quadri proiettate mentre la musica scorre (come pare che sia), per chi ha la possibilità di vedere il quartetto dovrebbe essere un avvenimento appagante e coinvolgente.
Amabee, profili cellulari, repertori curvilinei carichi di rientranze ed escrescenze, di tumefazioni ed espansioni bulbari, sono i soggetti che il Matthias Tschopp Quartet interpreta in un bel disco intitolato appunto Plays Mirò. Il repertorio pittorico preso in esame dal compositore e baritonista svizzero Tschopp si concentra su nove opere dell'artista catalano. Ogni brano legge, traduce e avvolge in un perimetro di musica i quadri del pittore spagnolo.
L'esperienza d'ascolto, già di per sé appagante e dignitosamente autoreferenziale, si carica di ulteriore valenza estetizzante se la si consuma avendo negli occhi le opere di Mirò che quei suoni hanno condizionato. Nella loro surreale bellezza le figure sembrano animarsi, addirittura danzare a tempo di musica, oppure galleggiare nello spazio, come capita ad un uccello e un insetto che in "Bird, Insect, Constellation" vagano nel cosmo accompagnati da una melodia baritonale dai tratti ampi e melodici, immersa in un'atmosfera d'attesa e di vuoto con pochi ed essenziali suoni: un onrico brano molto prossimo ad atteggiamenti free.
In "Skiing Lesson" la ciclicità della composizione, che gira intorno a due frasi variate, consente ai musicisti di emanciparsi dal tema, al punto di spingersi ai limiti estremi di una improvvisazione asimmetrica che tocca molti gradi cromatici, perfino frasi pianistiche tipicamente mainstream.
"Woman" asseconda le movenze di danza che l'immagine del quadro di Mirò del 1976 evoca. Tschopp carica quella figura di donna di una sognante sensualità predisponendo un sound molto black, ricco di accelerazzioni e decellerazioni e fortemente impregnato di blues feeling.
Non sono assenti ballad, come la gentile "Self-Portrait," ispirato all'autoritratto dell'artista del 1937-38, o "Landscape at Night" -quadro dominato da un rosso vivoche nelle armonie pianistiche echeggia chiaramente colori ispanici.
Chiude l'album "Silence," un brano basato su un tema soffice e carico di eterea tenerezza evocativa.
Plays Mirò è un disco pregevole. Ascoltare il progetto dal vivo, con le immagini dei quadri proiettate mentre la musica scorre (come pare che sia), per chi ha la possibilità di vedere il quartetto dovrebbe essere un avvenimento appagante e coinvolgente.
Track Listing
The Gold of the Azure; Bird, Insect, Constellation; Landscape on the Banks of the River Amur; Self-Portrait; The Skiing Lesson; Portrait of a Young Girl; Landscape at Night; Woman; Silence.
Personnel
Matthias Tschopp: sassofono baritono; Yves Theiler: pianoforte e Fender Rhodes; Raffaele Bossard: contrabbasso; Alex Huber: batteria.
Album information
Title: Plays Mirò | Year Released: 2015 | Record Label: Unit Records
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Matthias Tschopp
Luigi Sforza
Unit Records
Switzerland
Plays Mirò