Home » Articoli » Interview » Picchio dal Pozzo, prove di ritorno

Picchio dal Pozzo, prove di ritorno

By

Sign in to view read count
Tra le formazioni più innovative dell'avant rock tricolore si collocano sicuramente i genovesi Picchio dal Pozzo. La loro musica, estranea del tutto a barocchismi o a ridicole rappresentazioni neo-romantiche, s'inserisce nella corrente più colta e, allo stesso tempo disincantata, del progressive europeo. Zappiani fino al midollo, soprattutto sul piano ideolologico dell'approccio "totale" alla materia sonora, hanno assimilato le lezioni di numerose avanguardie degli anni Settanta - dagli Henry Cow a Demetrio Stratos dagli Hatfield and The North al rock in opposition - con frequenti incursioni nelle musiche più disparate: jazz, concreta, aleatoria, popolare, elettronica ecc. Il loro debutto discografico risale al lontano 1976, con un album dedicato, in tempi non sospetti, a Robert Wyatt, ma la fiammella della creatività non si è mai spenta. Titolari di una produzione alquanto parca (solo 4 dischi in quasi quarant'anni di attività a corrente alternata), sono sorprendentemente tornati sulla scena con un nuovo disco, A_Live (Altrock Records) che riprende una performance del novembre 2008 i cui i Picchio dal Pozzo in formazione allargata insieme agli Yugen di Francesco Zago hanno riproposto le composizioni riarrangiate del loro omonimo album d'esordio, e con un concerto, lo scorso gennaio, sul palco de La Claque nella loro Genova. Sempre in una formazione allargata con tra gli ospiti due ex, Giorgio Karaghiosoff e Roberto Romani, hanno messo le basi per, forse, un ritorno in grande stile che prevede un tour, la pubblicazione di un DVD sulla storia del gruppo e, addirittura, uno spettacolo teatrale. Per saperne di più abbiamo intervistato il chitarrista Paolo Griguolo e il batterista Aldo Di Marco che insieme al tastierista Aldo De Scalzi formano il nucleo storico della band.

All About Jazz: Quali sono i motivi che vi hanno indotto a ritornare sulla scena dopo anni in cui sembravate impegnati su alti fronti e aver quasi dimenticato l'esperienza musicale-artistica dei Picchio dal Pozzo?

Aldo Di Marco: Ognuno di noi ha continuato ad occuparsi di musica a diversi livelli, più o meno artistici, più o meno remunerativi. Non abbiamo mai perso i contatti personali tra di noi, anzi negli anni del nostro "silenzio" abbiamo avuto anche qualche collaborazione extra-Picchio dal Pozzo. Semplicemente non c'erano motivazioni valide per un nostro ritorno, nonostante in molti ce lo chiedessero. Quando abbiamo ritrovato (per caso) i nastri registrati nel 77-78 da Demetrio Stratos in un nostro laboratorio di musica per il quartiere di piazzale Adriatico è scattato qualcosa. Quella è stata la molla, qualcosa di sacro, che ci ha fatto sentire pronti per suonare di nuovo come gruppo e non come singoli artisti. Quindi è venuto Pic_nic@Valdapozzo (il quarto album della band, uscito nel 2004 per Auditorium Edizioni, N.d.R.) e poi l'attuale formazione "rinforzata" da molti illustri amici.

Paolo Griguolo: Esattamente come ricorda Aldo dopo la reunion per l'incisione di Pic_nic@Valdapozzo nel 2002, ci siamo accorti che il divertimento c'era ancora e che i tempi erano cambiati. Abbiamo cominciato a prendere in considerazione anche un ritorno dal vivo.

AAJ: Siete soddisfatti del concerto genovese dello scorso gennaio? È l'inizio di una nuova stagione di apparizioni live e, se sì, quali sono le date in programma?

P.G. Sì, il concerto è andato benissimo e ci siamo anche molto divertiti, il che per noi è fondamentale! L'intenzione è quella di rimetterci "on the road again" ma, come è sempre stato per Picchio dal Pozzo, trovare concerti è molto difficile perché non ci sono agenzie serie che trattano il prog. Il tutto, quindi, è affidato a noi stessi e si può facilmente immaginare che sia un po' una specie di scontro con enormi mulini a vento. Riscontriamo comunque più interesse e voglia all'estero che in Italia, come sempre.

A.D.M.: Più che del concerto di per sé, che è stato trionfale anche per l'entusiasmo incredibile del pubblico, siamo soddisfatti di quest'ultimo anno di prove con la nuova formazione. Non si è trattato solo di aggiungere quattro turnisti ai tre veterani (De Scalzi-Griguolo-Di Marco) per suonare pezzi già scritti. Si è trattato soprattutto di riprendere quei suoni e riarrangiarli, mettendo ognuno la propria esperienza e sensibilità, i brani sono stati quasi ri-composti, e questo ha richiesto molto tempo, faticosamente sottratto ai rispettivi impegni lavorativi.

AAJ: A proposito di live, quali sono i contenuti multimediali del vostro live show?

P.G.: I Picchio dal Pozzo hanno sempre fatto concerti multimediali, a partire dalla metà degli anni Settanta. Oggi, con le tecnologie a disposizione ed un valido vj facente parte del gruppo (Sergio Gazzo, N.d.R.), il lato visivo è molto accentuato. I contenuti si rivolgono spesso al sociale, con un riferimento politico che scatta inevitabilmente da parte del pubblico. Spesso il filtro è l'ironia sotto forma di allusione che caratterizza tutto il cammino dei Picchio dal Pozzo.

A.D.M.: Sergio Gazzo, che conosciamo da molto tempo prima di arrivare a questa collaborazione, si è innestato su una prima produzione video curata dal sottoscritto. Il mio primo apporto, ormai esaurito, ha avuto un taglio più filmico-descrittivo, mentre Sergio ha aggiunto la dinamica, il movimento, e quello street-style video che ci mancava, sottraendo un po' di eccessiva seriosità del tutto. In una caso, sul brano "La Bolla," abbiamo adottato materiale altrui: precisamente il documentario Radiophobia di Julio Soto sul disastro di Chernobyl, girato nella città abbandonata di Pripyat. La nostra voleva essere una critica alla notizia della ripresa due anni fa del nucleare da parte del nostro Governo. Ricordo che avemmo un po' di perplessità sull'opportunità di rispolverare un argomento (quello antinuclearista) che poteva sembrare ormai fuori moda. Ovviamente non potevamo immaginare che l'argomento sarebbe ritornato così drammaticamente d'attualità.

AAJ: Quale sarà la formazione definitiva? Avete intenzione di recuperare i "vecchi" membri o di continuare a sperimentare sinergie con gruppi contemporanei come gli Yugen?

P.G.: Gli Yugen sono stati il pretesto per tornare dal vivo e testare la nostra voglia di essere ancora sul palco. Dopo il concerto a Milano del 2008, a chiusura dell'Altrock Festival, ci siamo chiusi un anno per mettere su una nuova formazione ed il risultato è stata l'anteprima a Genova del 15 gennaio 2011. La formazione è: Massimo Trigona (basso), Dado Sezzi (percussioni), Edmondo Romano (ance e strumenti vari), Luca Cresta (piano e sintetizzatore) e quel che rimane dei vecchi picchi: Aldo De Scalzi (sintetizzatore, windcontroller, voce), Aldo Di Marco (batteria), Paolo Griguolo (chitarre, flauto dolce).

A.D.M.: Aggiungo solo che i "vecchi membri" sono stati una felice sorpresa per la data genovese (alla fine del concerto sono saliti sul palco i "reduci" Giorgio Karaghiosoff e Roberto Romani, N.d.R.) ma potrebbero non seguirci in tour, mentre altre sinergie "alla Yugen" potrebbero ancora accadere.

AAJ: State pensando di creare del materiale nuovo? O, magari, esistono altri nastri d'archivio che non avete ancora pubblicato?

P.G.: Ora pensiamo ai concerti, che è già una grande impresa! Materiale d'archivio ce n'è, ma solo vecchi provini ed idee che magari saranno utili per riprendere un eventuale discorso discografico nuovo, idea molto intrigante!

A.D.M: Hai toccato un tasto dolente, poiché abbiamo entrambe le possibilità e non sappiamo scegliere. Da un lato, il grande affiatamento trovato con i nuovi musicisti, ci spingerebbe a comporre nuovo materiale, sarebbe il modo migliore per ottimizzare il tempo trascorso insieme e forse l'occasione per trarre il meglio da ognuno di noi; dall'altro, abbiamo un progetto (musical-video-teatrale) molto ambizioso, già scritto e definito in ogni dettaglio due anni fa, che potremmo finalmente portare a termine con la nuova formazione.

AAJ: Un vostro punto di forza è sempre stato quello di "giocare" con generi diversi: a questo proposito il jazz che posto ha occupato e occupa nella rosa delle vostre fonti d'ispirazione?

P.G.: I "generi" non sono mai stati fonte di ispirazione per i Picchio dal Pozzo, ma soltanto una tavolozza di colori. Il jazz nella fattispecie ne offre una vasta gamma, dal talkin' blues della fine '800 agli Art Ensemble of Chicago.

A.D.M.: Noi non siamo in fondo veri amanti del jazz in senso stretto, io personalmente non credo di avere nemmeno un disco di jazz. Ma la vena improvvisativa viene da lì, da quanto di jazz c'è in tutta la musica contemporanea, e soprattutto abbiamo assorbito tutto il jazz filtrato da Frank Zappa.

AAJ: Per restare in tema jazz, che fine ha fatto Claudio Lugo? C'è la concreta possibilità che rientri in formazione o collabori in qualche modo ai vostri nuovi progetti?

P.G.: Lugus in fabula!... Claudio sta seguendo la sua strada, che a grandi linee è quella dell'improvvisazione e della didattica. Doveva essere presente al concerto di Genova, ma all'ultimo momento mi ha mandato un sms da Buenos Aires in cui mi informava che avevano sospeso il volo, peccato. Penso che non ci sia la possibilità di un rientro nei Picchio dal Pozzo, se non altro per quello che riguarda il lato live. Per un eventuale progetto discografico sa benissimo di essere il benvenuto. Tutto ciò tenendo conto del proverbio "il lugo perde il pelo ma non il vizio"...i nsomma, mai ipotecare il futuro.

A.D.M.: Claudio si divide tra l'attività di insegnante, di compositore e di performer. Però siamo sempre in contatto e sappiamo perfettamente che, all'occasione, non farebbe alcuna fatica ad inserirsi nell'organico. Piuttosto che partecipare a concerti sporadici nei vari festival progetto, è probabile che riesca ad accompagnarci in un mini tour ad esempio in Corea o negli Stati Uniti. Per noi è sempre un piacere averlo sul palco, con lui c'è un'intesa decennale, si improvvisa ad occhi chiusi.

AAJ: Tra i nuovi progetti c'è sempre la colonna sonora su NOF4 (alias Nannetti Oreste Fernando autore di una misteriosa opera letteraria-visiva in forma di graffito, N.d.R.)?

P.G. È un progetto che va oltre la colonna sonora. L'intenzione sarebbe quella di realizzare uno spettacolo teatrale con parti musicali e parti recitate, da attori ovviamente. Dovrebbe essere quindi una produzione teatrale, con tutto quello che ne consegue. Insomma, è come quasi sempre un problema di soldi. Pensavamo anche di fare un "Picchio dal Pozzo Live at Pompei!".

A.D.M.: Bene è questo il progetto nel cassetto a cui accennavo. Ci è costato molta fatica, due anni di ricerca e documentazione, poi la composizione dei testi e delle musiche, ci abbiamo messo l'anima ed è stata un'esperienza che ci ha arricchito comunque, utile per noi stessi, anche se poi non si dovesse fare nulla. Tra l'altro parliamo di un graffito che ormai non esiste più. Io e Griguolo siamo stati tra gli ultimi a poterlo fotografare ed interpretare dal vivo, a poterlo toccare. Ora tutta l'area è stata venduta ed è un cantiere, del muro col suo graffito non è rimasto più nulla.

Foto di Maurizio Raso (la seconda) e Valentina Fusco (tutte le altre)


< Previous
Slipstream

Next >
Land And Sky

Comments

Tags


For the Love of Jazz
Get the Jazz Near You newsletter All About Jazz has been a pillar of jazz since 1995, championing it as an art form and, more importantly, supporting the musicians who create it. Our enduring commitment has made "AAJ" one of the most culturally important websites of its kind, read by hundreds of thousands of fans, musicians and industry figures every month.

You Can Help
To expand our coverage even further and develop new means to foster jazz discovery and connectivity we need your help. You can become a sustaining member for a modest $20 and in return, we'll immediately hide those pesky ads plus provide access to future articles for a full year. This winning combination will vastly improve your AAJ experience and allow us to vigorously build on the pioneering work we first started in 1995. So enjoy an ad-free AAJ experience and help us remain a positive beacon for jazz by making a donation today.

More

Popular

Get more of a good thing!

Our weekly newsletter highlights our top stories, our special offers, and upcoming jazz events near you.