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Javier Girotto, Massimo De Mattia, Bruno Cesselli, Zlatko Kaučič: Il sogno di una cosa
ByGli esiti sono elevati, tanto da far giudicare il disco una delle migliori uscite italiane del 2016, vuoi per la qualità dei brani, tutti drammaturgicamente toccanti e compiuti, vuoi per l'intensità del suono. Mentre il titolo, preso da un romanzo di Pier Paolo Pasolini sulla storia politica del Friuli nel dopoguerra, svela un pensiero che travalica quello strettamente musicale e pone anche l'arte dentro il tessuto sociale umano, come dovrebbe essere e invece sempre più spesso sembra sfuggire ad artisti e pubblico.
Le composizioni in realtà non sono novità: "Trilemma," di Cesselli, viene dall'omonimo album di De Mattia; la title track e "Truth and Death," coproduzioni dei due, vengono dagli altrettanto cofirmati Jazz Loft e Teatro Arrigoni; "Cerca cibo," di De Mattia, dal suo album Skin; "Julijske barve" e "Reflettiva," di Kaucic, erano comparsi in December Souls il primo e nei suoi duetti con il pianista classico Milko Lazar l'altro. Ma il modo in cui tutti vengono qui interpretati e sviluppati è singolare, grazie alla cifra espressiva del gruppo, nel quale la presenza di Girotto arrichisce con l'incisività del suo suono la grande intesa degli altri tre.
Così, fin dall'inizio, "Trilemma" riceve una potente spinta drammatica dal soprano dell'argentino, che ne illustra il tema mentre De Mattia lo rende teso improvvisandogli attorno, fino all'austera conclusione all'unisono. Del tutto diverso l'avvio della successiva "Cerca Cibo," che cresce in un caleidoscopio di suoni guidati dai geniali "rumori" di Kaucic e poi dal libero flauto di De Mattia, sapientemente legati dal pianoforte di Cesselli, mentre Girotto per una volta svolge una funzione di supporto al baritono. Brano splendido perché improvvisazione apertissima che non si perde grazie a un riff insistito che ne trattiene le volute.
Dopo un altro brano a tinte fortemente drammatiche, di lirico sinfonismo ma arricchito dal lavoro sui suoni di Kaucic e Cesselli, "Il sogno di una cosa" torna a unire lirismo e improvvisazione, incarnati rispettivamente dagli interventi di Girotto e De Mattia. I due brani di Kaucic -alternati da "Aria," brevissima improvvisazione lirica guidata da soprano e pianoforte -hanno un forte afflato lirico: il primo è quasi epico; il secondo è più aperto (nelle versioni in duo Milko Lazar il tema funge solo da legante) e malinconico, dando a Girotto e De Mattia di nuovo la possibilità di far dialogare gli strumenti nel modo che caratterizza il lavoro, con il soprano che espone liricamente e il flauto che risponde con libere pennellate impressionistiche.
Gran bel lavoro, che lega estemporaneità e scrittura, drammaturgia e improvvisazione.
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