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Simone Graziano Trio alla Sala Vanni di Firenze
Musicus Concentus
Sala Vanni
Firenze
28.03.2017
Nuova formazione per il pianista e compositore fiorentino Simone Graziano, leader dell'apprezzato quintetto Frontal, che adesso si cimenta alla testa di un trio piano-basso-batteria. Al suo fianco il contrabbassista Francesco Ponticelli e il giovane batterista statunitense Tommy Crane, per una interpretazione della formazione che proprio tradizionale non è.
Infatti, accanto agli strumenti acustici fa capolino un po' di elettronica, usata con sapiente accortezza, ma soprattutto le strutture dei brani -tutti originali -aprono su atmosfere che girano piuttosto alla larga da quelle delle più consuete formazioni piano trio standard-style. Una cosa che non sorprende, visto che Graziano è musicista tra i più interessanti del nostro paese, sempre genuinamente dedito alla studio e alla ricerca di formule innovative.
Il concerto s'è aperto con un brano dal sapore nordico, nel quale pedali minimali e ipnotici si affiancavano a un percettibile ma sensibile impiego dell'elettronica. Il secondo brano, adattamento di una composizione originariamente scritta per Frontal, ha inizialmente ripreso l'atmosfera sospesa e un po' liquida del precedente, per poi impennarsi dinamicamente, con una modalità strutturale che ha in seguito caratterizzato gran parte del concerto: temi melodici in filigrana, emergenti in un ondeggiante ricercare inframezzato da improvvise esplosioni dinamiche. Con un ricorrente protagonismo di Crane, batterista dallo stile piuttosto aggressivo e poco incline a tratteggiare sfumature -e qui in alcuni momenti, anche a causa dell'acustica della Sala Vanni, qualche eccesso vi è stato -ma certo efficace nel far salire volume e intensità.
Un ruolo importante è parso giocare Ponticelli, che ha in più modi mediato tra la tastiera del leader e le pelli e i piatti dell'americano: tessendo con il suo contrabbasso delle trame di collegamento, operando all'elettronica così da infittire la tessitura, dando all'occasione delle indicazioni visive ai due compagni, allorquando Graziano ne fosse impossibilitato. Con ciò, comunque, contribuendo a dare unitarietà a una musica sicuramente in sé molto coerente, ma anche non sempre semplice da conservare compatta in ragione dei tagli ritmici e d'atmosfera che la caratterizzano.
In virtù della formazione che gli offre più spazio del quintetto Frontal, Graziano ha offerto un bel saggio delle proprie possibilità alla tastiera, alla quale non è mai prevedibile, né è facilmente riconducibile a una "corrente," anche se certo interpreta il ruolo in modo molto moderno: virtuosismo quasi assente, continua ricerca di nuovi scenari, progressività dinamica senza eccessi percussivi. Certo un pianismo non standard per una formazione non standard.
Il trio ha suonato a Firenze nel bel mezzo di un tour che si è concluso in sala di registrazione. Attendiamo quindi con trepidazione il CD di questo interessante gruppo, che ha senza dubbio qualcosa da dire su un formato qual è il piano trio, anche troppo frequentato ma sempre fortemente stimolante.
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