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Daniele D'Agaro, Massimo De Mattia, Giovanni Maier: Tea Time
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Prendete tre musicisti perfettamente adusi all'improvvisazione e che, per giunta, si conoscono bene da anni, anzi, sono cresciuti artisticamente assieme; fornite loro uno spunto ideale -una varietà di colori da descrivere, quelli suggeriti dai molti tè prodotti dall'antica fabbrica indiana di Ooty, nel Tamil, fotografata da Luca D'Agostino; date loro, infine, il tempo e lo spazio per esprimersi, e voilà: avrete un'ora di imprevedibile musica dialogata, fresca e frizzante, ancorché necessitante di un ascolto attento per essere apprezzata.
I tre si muovono in modo paritetico sviluppando dodici tracce, solo tre delle quali hanno spunti di composizione come base (uno a testa, per la precisione), mentre per il resto sono interamente improvvisate. Tutte sono intitolate a fragranze aromatiche legate ai tè e l'ascoltatore potrà sbizzarrirsi a valutarne la prossimità o meno con la musica di volta in volta espressa. La quale, peraltro, esprime certo atmosfere piuttosto diverse: ne siano esempio la seconda traccia -una "Hip Rose" (rosa canina) molto frizzante, nella quale il flauto di Massimo De Mattia e il clarinetto di Daniele D'Agaro quasi si contrappongono in un balletto sostenuto dai ritmi del contrabbasso di Giovanni Maier -e la terza -una "Mango" invece su toni più caldi e linee pastose, nella quale il clarinetto e il flauto si avvolgono l'uno con l'altro e con il contrabbasso, qui suonato con l'arco.
A prescindere da toni e atmosfere, la cifra rimane quella di un dialogo sostanzialmente privo di temi narrativi lineari, la drammaturgia del quale è rintracciabile solo seguendo lo sviluppo e la progressiva, coerente tessitura dei suoni. Questi sono sempre indubitabilmente nitidi e in loro stessi godibili, a momenti in modo perfino soprendente -si ascolti la lunga e meditativa "Rooibos" -ma che certo prendono il loro senso più compiuto se colti nel più complesso intreccio.
È per questo che, come spesso accade nei lavori di pura improvvisazione, si sente un po' la mancanza della presenza della musica, della possibilità di vedere il gesto dei musicisti e di percepire visivamente l'intesa dalla quale l'intreccio sonoro scaturisce e prende corpo. Ma la registrazione conserva con la sua nitidezza il proprio significato, a condizione come detto che la si ascolti con attenzione, percependone le sfumature e lasciandosi trasportare dalla luminosità dei suoni. Magari verso le cinque del pomeriggio, con accanto una teiera d'acqua calda e una selezione di aromi provenienti dall'India.
I tre si muovono in modo paritetico sviluppando dodici tracce, solo tre delle quali hanno spunti di composizione come base (uno a testa, per la precisione), mentre per il resto sono interamente improvvisate. Tutte sono intitolate a fragranze aromatiche legate ai tè e l'ascoltatore potrà sbizzarrirsi a valutarne la prossimità o meno con la musica di volta in volta espressa. La quale, peraltro, esprime certo atmosfere piuttosto diverse: ne siano esempio la seconda traccia -una "Hip Rose" (rosa canina) molto frizzante, nella quale il flauto di Massimo De Mattia e il clarinetto di Daniele D'Agaro quasi si contrappongono in un balletto sostenuto dai ritmi del contrabbasso di Giovanni Maier -e la terza -una "Mango" invece su toni più caldi e linee pastose, nella quale il clarinetto e il flauto si avvolgono l'uno con l'altro e con il contrabbasso, qui suonato con l'arco.
A prescindere da toni e atmosfere, la cifra rimane quella di un dialogo sostanzialmente privo di temi narrativi lineari, la drammaturgia del quale è rintracciabile solo seguendo lo sviluppo e la progressiva, coerente tessitura dei suoni. Questi sono sempre indubitabilmente nitidi e in loro stessi godibili, a momenti in modo perfino soprendente -si ascolti la lunga e meditativa "Rooibos" -ma che certo prendono il loro senso più compiuto se colti nel più complesso intreccio.
È per questo che, come spesso accade nei lavori di pura improvvisazione, si sente un po' la mancanza della presenza della musica, della possibilità di vedere il gesto dei musicisti e di percepire visivamente l'intesa dalla quale l'intreccio sonoro scaturisce e prende corpo. Ma la registrazione conserva con la sua nitidezza il proprio significato, a condizione come detto che la si ascolti con attenzione, percependone le sfumature e lasciandosi trasportare dalla luminosità dei suoni. Magari verso le cinque del pomeriggio, con accanto una teiera d'acqua calda e una selezione di aromi provenienti dall'India.
Track Listing
Mint; Hip Rose; Mango; Sanddorn; Rooibos; Cinnamon; Licorice; Ginger; Sage; Blackcurrant; Lemon; Pomegranate.
Personnel
Daniele D'Agaro
clarinet, bassDaniele D’Agaro: clarinetto; Massimo De Mattia: Flauti; Giovanni Maier: contrabbasso.
Album information
Title: Tea Time | Year Released: 2017 | Record Label: Rudi Records
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About Daniele D'Agaro
Instrument: Clarinet, bass
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