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Hobby Horse: Rocketdine

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Hobby Horse: Rocketdine
Tornano su disco gli Hobby Horse dopo aver incantato dal vivo nelle cospicue occasioni che hanno avuto per esibirsi (clicca qui per leggere la recensione di un loro concerto a Firenze), a dispetto della loro musica inquieta e inetichettabile. E tornano alla grande, con un lavoro come sempre potente e multiforme, coerente e scoppiettante, rigoroso e dissacrante al tempo stesso.

Un trio atipico più per intenzioni che per formazione, Hobby Horse, perché se il connubio sax-basso-batteria ha ormai una sua ben precisa identità nell'universo del jazz, i tre protagonisti di questa formazione hanno ben in mente l'idea di suonare in modo diverso da come richiederebbero i loro strumenti. Ecco così che il lavoro si apre con un'introduzione elettronica per poi proseguire con un inatteso, ludico e surreale coro, che poi chiuderà il brano in modo ancora più dissacrante.

La voce tornerà ancora nel prosieguo del disco -per esempio nel conclusivo "NPR" -mentre l'elettronica sarà sempre presente, conferendo certo un ben preciso colore al suono, ma senza neppure lontanamente dominare, giacché sono invece i suoni acustici del sax e del clarinetto di Dan Kinzelman, del contrabbasso di Joe Rehmer e della batteria di Stefano Tamborrino ad avere il sopravvento e a giovarsi espressivamente anche delle striature elettroniche.

Ne può essere un esempio il secondo brano, "My Fellow Astronauts," che ha a momenti una potenza da metal, ma che conserva un'intensità espressiva formidabile grazie all'impressionante capacità di Kinzelman di modulare il suono del suo tenore e di interagire con la potenza di fuoco della batteria di Tamborrino -che il metal l'ha pure suonato, come ci racconta nella recente intervista che ci ha rilasciato -e anche grazie alla suggestiva cornice elettronica che "strania" e stempera i suoni più aggressivi. Se poi si tiene conto che, subito dopo, il clima muta dinamicamente di colpo, per lasciar spazio in "Mod I" a un clima quasi cameristico -Rehmer all'archetto, Tamborrino delicatissimo sui piatti, Kinzelman che ricerca su toni bassi -e in "Mod II" a una curiosa commistione tra musica da camera e rock -dialogo tra clarone e batteria con il contrabbasso ancora all'arco -si capirà perché Hobby Horse, ancora una volta, ci propone una materia originalissima e imprevedibile, sofisticata e visceralmente materica.

Ma vanno ascoltate anche le percussioni -sensibili da un lato, potenti dall'altro -di Tamborrino attorno al fraseggiare del tenore su "A Beautiful Cloud," primo momento della suite tripartita "Two Beautiful Clouds" che in certo modo "riassume" la poetica della formazione, o l'ostinato di contrabbasso che sostiene le linee del clarinetto e i rumori di Tamborrino negli ultimissimi, sfumati minuti del lavoro, e più in generale i dettagli di tutto questo disco di una delle formazioni più originali e intriganti del nostro jazz -perché senz'altro di jazz nostrano si tratta, a dispetto della presenza di due statunitensi su tre.

Track Listing

Squillers Are Not Your Friends; My Fellow Astronauts; Mods: Mod I; Mod II; Typical Landscape; Drone; Two Beautiful Clouds: A Beautiful Cloud / Another Beautiful Cloud / First Beautiful Cloud; The Birthmarch; NPR.

Personnel

Dan Kinzelman: sax (tenore), clarinetti, sintetizzatore, voce; Joe Rehmer: contrabbasso, sintetizzatore, voce; Stefano Tamborrino: batteria, DJ set, elettronica, voce.

Album information

Title: Rocketdine | Year Released: 2016 | Record Label: Parco Della Musica

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