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Il Jazz-Film

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Il Jazz-Film
Guido Michelone
349 Pages
ISBN: 978-8862318747
Arcana Jazz
2016

Dopo quasi vent'anni, Guido Michelone ripubblica e amplia il suo fondamentale manuale sui rapporti tra cinema e musica afro-americana, l'unico in lingua italiana di tale spessore e completezza. Lo studio analizza quelle opere in cui le tematiche musicali sono parte attiva della dimensione iconica, tralasciando quasi del tutto il jazz usato come colonna sonora in film di tutt'altro argomento.
Il percorso storico della prima parte è stato molto ampliato, considerando 620 titoli e arrivando fino al 2015 (tra cui il recentissimo Miles Ahead di Don Cheadle). La seconda parte, di ben 280 pagine, analizza nei particolari centoventi opere mentre l'edizione precedente si fermava a sessanta. Lo studio è suddiviso in diciassette sezioni tematiche che vanno a considerare non solo lungometraggi ma anche fiction, documentari, clip e soundies, cartoon, opere sperimentali, cofanetti storici e antologici in DVD (come gli statunitensi Jazz Casual e Jazz Icons, il francese Jazz Live! o l'italiano dedicato ai quarant'anni di Umbria Jazz).

In ogni scheda l'autore inquadra storicamente, descrive e analizza le varie opere, offrendo una guida critica indispensabile per il lettore che vuole approfondire ma anche un catalogo utilissimo a chi vuole effettuare delle ricerche sul web. In questo senso avremmo gradito un indice titoli delle opere e dei musicisti citati: la filmografia a fine volume classifica infatti per anni mentre i capitoli lo fanno per categorie.
Pur ribadendo il valore fondamentale dell'opera vorremmo suggerire a completezza di un'eventuale futura edizione l'inserimento in una scheda (o almeno una citazione) di uno dei primi jazz-film europei, forse il primo: Niewinni czarodzieje (Ingenui perversi) diretto nel 1960 dal polacco Andrzej Wajda. Non tanto perchè il jazz modermo del sountrack è composto ed eseguito dal gruppo di Krzysztof Komeda (uno dei massimi jazzisti autori di colonne sonore: basti ricordare Il coltello nell'acqua o Rosemary's Baby di Polanski) ma per la raffigurazione che fa del jazz come simbolo di libertà nella cultura giovanile polacca degli anni post-stalinisti.
Il principale personaggio è un batterista di jazz moderno che si esibisce con il suo gruppo nei locali di Varsavia e lo stesso Komeda interpreta se stesso, entro e fuori il palco, assieme ad altri jazzmen come Andrzej Trzaskowski, Jan Zylber e Andrzej Wojciechowski.
Restando sulla filmografia jazzistica polacca non avrebbe guastato una citazione di uno dei vari documentari pubblicati sulla vita Komeda (Komeda di Krzysztof Riege, 1973 o Czas Komedy di Robert Kaczmarek e Mariusz Kalinowski, 1994) o di un jazz cartoon (ad esempio Sztandard/The Banner di Miroslaw Kiojowicz).

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